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Aggiornato: 22 giugno 2025


Caso mai?... ripetè Bissi, con accento di vivissima curiosit

Eppure mi pareva che avrei potuto dire le stesse cose che il Lenzi e il Bissi dicevano. Provavo la strana sensazione che essi parlassero pure per conto mio e che quelle idee me le cavassero di mente per mezzo di qualche operazione magica a me ignota; tanto le riconoscevo conformi al mio modo di sentire e di pensare.

Ero orgoglioso di veder Bissi quasi timido davanti a Fausta. È un vecchio amico per me, ella gli disse. Si era fermata scorgendolo in lutto e mi interrogò con lo sguardo. Ha perduto la mamma, spiegai. Povero signor Bissi!

Ha voluto conoscere un altro lato della vita, rispose Lostini a Bissi che mi guardava stupito. Ed è andato un po' in l

Fausta, di tanto in tanto, animava il nostro ammirativo silenzio con parole di scherzo rivolte al Bissi: Beati voialtri romanzieri che non fate nessuna fatica e nessuna spesa per abbigliare i vostri personaggi! Ah, se sapesse! egli rispondeva, crollando il capo. Lo so che spessissimo li vestite male. Vi costerebbe tanto poco sollecitare intorno a questo la collaborazione di una donna.

Si rinunzia a qualcosa che si potrebbe avere. Hai torto. E sappi che son venuto appunto per scuoterti, per spronarti; ti voglio con me nell'impresa che sto per tentare. La gratitudine è il mio forte. Le vostre critiche di allora, quando tu, Lenzi e Bissi ridevate tanto di me, mi hanno fatto gran bene. Anche Bissi sar

Il Bissi era venuto da me più volte nei primi giorni del lutto. Si sedeva in un canto, silenzioso, assorto nelle sue fantasie letterarie, quasi volesse farmi capire che soltanto l'arte purifica, eleva, trasportandoci in un'atmosfera dove i casi della vita, lieti o tristi, non hanno più nessuna importanza o hanno soltanto quella che loro proviene dalla possibilit

Bissi era accorso, appena conosciuta la mia disgrazia. Era arrivato, il giorno dei funerali, anche Roberto fratello di Fausta; ma aveva dovuto ripartire quasi subito per Roma dove aveva lasciato sua madre malata e ancora ignara della perdita della figlia.

Bissi non disse nulla. Buttò via il sigaro che gli si era spento tra le labbra e mi strinse affettuosamente e lungamente le mani. La vallata dormiva nella tenebra notturna. Lievi rumori indistinti arrivavano da lontano. Poco dopo, nell'alta quiete, proruppe il lugubre «chiù» d'un assiolo. Mi sentii stringere il cuore. Per chi crede ai presagi...! mormorai con voce turbata.

Eppure io lo ammiravo; mi pareva che occorresse un bel coraggio per mascherarsi a quel modo. Tutti i giovedì e tutte le domeniche egli arrivava in casa mia con un gran rotolo di manoscritto. Il Lenzi e il Bissi lo prendevano in giro spietatamente; gli davano senza cerimonie dell'asino e del cretino; ma egli non se ne offendeva.

Parola Del Giorno

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