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Aggiornato: 1 giugno 2025
Allora le due donne apparecchiarono la cena, distesero una mezza tovaglia abbastanza bianca, trovarono dei piatti, dei bicchieri, delle posate; nel mezzo della tavola il tovagliolo copriva ancora colle punte riunite tutta la cena, solo il pane ne rimaneva fuori, una grossa pagnotta dorata, che la signora Adelaide aveva portato sotto il braccio.
I giovani, pronti, eseguiscono l'esercizio, ma il dottore sbuffa, brontola, grida. Lo sollevano di peso. Il piatto di maccheroni gli si rovescia sulla giubba. Crollo di bicchieri Inondazione di vino. Risate, urli, schiamazzo. Tutti spingono il dottore, lo pigiano come l'uva. Schizzano le sue urla.
Ci si era: battaglia campale: volavano banchetti, tazze, piattini: fu rotto uno specchio e chi sa quanti bicchieri: le guardie mobili sul primo tennero fermo, poi, peste e malconcie, se la diedero a gambe. Al capitano fu perfino tolta la sciabola; gli fu levata dal petto la croce e gli fu battuta sul naso.
Ben pensato; va' a prendere il vin bianco. Durante la piccola discussione la signora Merelli non s'era mossa, con le mani incrociate sul grembo, dolcemente. La bambina, accanto a lei, rosicchiava il suo pane con un grazioso rumore di topolino sotto un uscio. Ninetta tornò, sorreggendo con una mano il vassoio carico di bicchieri, coll'altra tenendo la bottiglia.
Il capitano lasciò andare un pugno così violento sul tavolo che fece saltare i piatti e i bicchieri, e così incominciarono nuovamente le diatribe fra i due vecchi amici, che dopo l’assenza ritornavano a vivere insieme, sempre inseparabili, e sempre discordi.
Entrate, mastro Prospero, gridò Bambina. Che io vi versi un bicchiere di vino. Mille grazie, donna Bambina, rispose il famigliare, cioncando due bicchieri mentre Don Diego leggeva la lettera. No, disse questi: non vi è risposta a dare. Buona notte alle signorie vostre, disse il famigliare, e partì. Don Diego richiuse la porta, poi ritornò a sedersi a tavola senza fiatare.
Poi si alzò di nuovo all'improvviso e guardò nell'altra camera dove la luce era più raccolta, più discreta; dove le tende, le tappezzerie erano chiare chiare, e dove sopra una consolle bianca dorata, luccicavano nel buio un gran vassoio d'argento colmo di tartine e il cristallo dei bicchieri.
Soltanto don Andreino si sforzò di parer qualche volta di buon umore: ma i suoi discorsi, per quanto cercasse di farli parere spontanei, avevano nell'animo de' suoi compagni di viaggio quella falsa risonanza, che mandano le posate e i bicchieri a un pranzo che segue un triste funerale.
Egli stava quasi sdraiato in una larga poltrona di cuoio scuro e morbido, le lunghe gambe distese sotto la tavola, su cui disseminati piccoli bicchieri, svelte fiale di liquore, scatole di sigari e di sigarette, portaceneri di bronzo e d'argento.
Infatti, sull'uscio dond'era sparita un'ora prima, riappariva Fior d'oro. Avete finito di far conti? diss'ella. E da un pezzo; rispose Giovanni Passano. Allora, eccomi qua. Vorrete accettare un rinfresco, per aguzzar l'appetito? Polidamante, i bicchieri e il vin di Cipro. Polidamante, che era comparso allora nel vano dell'uscio, corse ad eseguire i comandi.
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