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Aggiornato: 28 luglio 2025


Si udiva il galoppo della bestia; e quando gli fu vicina, Cesare la chiamò sottovoce: Nero, silenzio! Qui, Nero! Il cane, un bastardo, di grandezza mediocre, nero col petto bianco, fiutò l'uomo e tacque; si scrollò e ripartì di galoppo, mandando ancòra qualche latrato, lontano, per chiasso. Cesare aveva anticipato di pochi istanti l'ora del convegno.

Qua, qua... fece l'anatra. Come vuole che una bestia dalla testa così piccina intenda i grandi problemi, che affaticano lo spirito umano? Noi ci affatichiamo a purificare noi stessi dalla materialit

Non credente, mi ero sottomesso molto volentieri alla benedizione in chiesa, perchè stimavo anche allora che certe forme hanno un gran valore, se non per stesse, per quel che contengono d'aspirazione ideale. Trascurarle, rifiutarle mi sarebbe parso azione da bestia, non da uomo.

<<A te convien tenere altro viaggio>>, rispuose poi che lagrimar mi vide, <<se vuo' campar d'esto loco selvaggio: che' questa bestia, per la qual tu gride, non lascia altrui passar per la sua via, ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide; e ha natura si` malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo 'l pasto ha piu` fame che pria.

Pio Nono colla catena del capezzone nelle due mani stava indietro il più possibile e si faceva quasi trascinare per moderare l'andatura della bestia. Pensava fra inquieto: Piano, Garibaldi! gridò improvvisamente. I due si voltarono. Garibaldi! ripetè Pio Nono dando uno strappone al mulo. Garibaldi gli si avvicinò. Che cosa c'è? Mi avete chiamato?

Appena sentì le redini in mano al padrone, la bestia ripartì al piccolo trotto, con la testa alta, scodinzolando. In pochi minuti percorse il viale, sino in fondo alla piazza.

Sono intirizzito, Baccio, e poichè Don Luigi dorme ancora, una fiammata mi farebbe bene. Subito, rispose il campanaro, ma prima vado a mettere in stalla quella povera bestia che è l

Talvolta il padre, chiamandolo e vedendolo sordo, dava in una risata sgangherata e ripeteva quei due nomi per delle ore colla cadenza sonnolenta di una nenia; poi aveva finito per chiamarlo: la bestia, e il primo giorno che lo chiamò così, la madre furiosa l’aveva minacciato col tridente ed egli l’aveva battuta. Ma fu l’unica volta in sua vita.

«A te convien tenere altro vïaggio», rispuose, poi che lagrimar mi vide, «se vuo’ campar d’esto loco selvaggio; ché questa bestia, per la qual tu gride, non lascia altrui passar per la sua via, ma tanto lo ’mpedisce che l’uccide; e ha natura malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo ’l pasto ha più fame che pria.

Paolino si era appoggiato con la schiena al muricciolo. La sua bestia lo soffocava. Fece in modo che questa potesse accoccolarsi comodamente su la pietra dello sporto; allungò le gambe con una vera volutt

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