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Aggiornato: 17 luglio 2025


Fu il dott. Paul Güssfeldt di Berlino, più volte nominato, che ebbe il vanto di compiere tanta impresa. Oltre che dal Rey, era accompagnato dalla guida svizzera Chr. Klucker e da Cesare Ollier di Courmayeur, allora portatore e che promette di venire all'altezza dei suoi compagni di spedizione. La corsa durò 82 ore, dal 14 al 17 agosto. Partiti alle 4 del giorno 14 da Courmayeur, raggiungevano verso le 18½ un sito adatto per passarvi la notte a 3200 m. sulla parete Est dell'Aiguille Bianche de Pétéret. L'indomani, licenziati i portatori venuti a recar coperte, ricominciarono l'arrampicata che fu pericolosissima nel primo tratto, quindi solo vertiginosa, sebben non facile. Alle 11½ erano sulla vetta dell'Aiguille ad inalberare il vessillo della vittoria. Ridiscesi al Passo di Pétéret, per creste, talancie ghiacciate e roccie friabili, alle 16 trovavansi ancora 700 metri al di sotto della vetta del Monte Bianco. Non avendo la possibilit

«Nella vostra vecchiaia, circondati dai vostri concittadini che vi ascolteranno con attenzione, racconterete loro le vostre grandi geste; voi potrete dire con orgoglio: anch'io facevo parte di quella grande Armata che entrò due volte nelle mura di Vienna, in quelle di Poma, di Berlino, di Madrid e di Mosca, che liberò Parigi da quelle infamie che il tradimento e la presenza del nemico le avevano impresse.

Il Salapolli passava gran parte della giornata in biblioteca e solo, perchè al secondo piano c'era un pandemonio, un disordine, un viavai di visite, che gli rammentavano i peggiori tempi di Vienna e di Berlino. Come allora, la contessa non si stancava mai di ricevere; come allora, faceva attaccare i cavalli da un istante all'altro, e usciva. Si faceva colazione e si pranzava quando si poteva; e sempre c'erano invitati. Il cuoco, il cocchiere, la cameriera, il portiere, tutti si lagnavano. L'instabilit

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