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Aggiornato: 31 maggio 2025
Chi non provò nulla di tutto questo, furono i due Austriaci. Non avevano l'incornatura romantica loro! La carovana, ammirando in religioso silenzio, passò ed entrò in una seconda camera tutta parata di giallo, in stile moderno. Quelle fisonomie gi
I tre Austriaci, testardi come sono gli Austriaci quando hanno ragione, fissarono di spuntarla. Leopoldina avrebbe rinunciato. Ma il padre e lo zio erano feroci, e la persuadettero che si doveva ricorrere alla legge per farlo pagare per forza. Risolvettero di consultare un avvocato per sapere se l'atto fosse in piena regola e se con esso si potesse sperar di vincere una causa.
Cacciati gli austriaci dal popolo, il re costretto dalla minacciosa attitudine dei propri sudditi, passa il Ticino cinque giorni dopo la vittoria lombarda, collo scopo reale dichiarato alle potenze europee di soffocare lo sviluppo della rivoluzione e con quello apparente dichiarato agli italiani di aiutarli fraternamente all'espulsione degli austriaci oltralpe.
No, Sire; non rimproverate di freddezza l'Italia; non diffidate di questa terra che, schiava e smembrata, ha saputo, colla costanza dei tentativi e colla pertinacia de' suoi Martiri, farsi centro di tutte le questioni d'Europa che, ridesta per brev'ora, fu capace di sperperare in Lombardia, in cinque giorni, un esercito di 75 000 uomini; capace di resistere per due mesi, in Roma, con 14 000 uomini raccolti sotto una bandiera di Popolo, a 30 000 e più Francesi; capace di resistere, con armi di militi improvvisati, per diciotto mesi in Venezia, ad Austriaci, fame e colèra; capace di combattere come combattè, colle braccia dei popolani, a Brescia, a Bologna, a Palermo, a Messina.
Il 19 ottobre, il giorno in cui gli Austriaci salparono per Trieste, e gli Italiani entrarono a Venezia, fu uno dei più felici e lieti giorni della storia d'Italia; esso segnò il ritorno della nazione italiana alla sua indipendenza dopo una schiavitù di più di tre secoli.
Il 1º luglio una deputazione di Bormio avvertiva Medici che quel municipio aveva ricevuto l'intimazione di provvedere una forte somma di denaro, viveri e bestiame agli austriaci. Il 3 luglio il Medici si spingeva avanti per lo stradale e per le alture laterali. Giunto a Ceppina fece occupare a sinistra il monte Oga, ed a destra le alture di Piazza e Ratta che si stendono verso Bormio.
Lavoro un po' per tutti. Son rimasto qui per veder la guerra. Hai visto passar degli Austriaci? No, da tre giorni. L'ufficiale stette un poco pensando; poi saltò giù da cavallo, e lasciati i soldati lì, rivolti verso il nemico, entrò nella casa e salì sul tetto.... La casa era bassa; dal tetto non si vedeva che un piccolo tratto di campagna.
Intanto lascia libera la ritirata agli Austriaci che poteva tagliare per la via di Piacenza e di Cremona, si accampa fra l'Adige e il Mincio; in vari scontri col nemico, vince ma non profitta mai della vittoria, e così spegne l'entusiasmo e scema il valore mirabile delle sue truppe, rifiuta il sussidio dei volontari, ammorza l'ardore del popolo, ordina alla sua flotta di non attaccare l'austriaca, lascia aperta la porta del Tirolo, non si cura punto del Veneto, offre agio al nemico di rimpolparsi con nuovi rinforzi, viola i patti preliminari di decidere le sorti interne a guerra vinta, volendo che i Lombardo-Veneti si fondano nel suo regno.
La vittoria dei nostri fu completa, oltre ventimila erano gli austriaci combattenti, numerosissimi furono quelli rimasti sul campo, circa cinquecento trovarono la morte nel fiume, gli austriaci perderono fra morti feriti e prigionieri oltre seimila uomini; i nostri circa duemila uomini fra morti e feriti.
La via da Desenzano a Brescia non è lunga, e la rendeva anche più breve il viaggio in istrada ferrata, poichè da alcuni giorni quel tratto di ferrovia, rotto dagli Austriaci, era stato riparato dai nostri.
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