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Operazione siffatta, consumata da un ventotto mila uomini, doveva infallantemente o cacciare gli Austriaci a fuga precipitosa o distruggere intero quel corpo d'esercito.

A questi combattimenti seguirono quelli di Pastrengo e di Santa Lucia. I nostri guidati dal Generale De Sonnaz, cacciati gli austriaci dai colli di Costiera, Cassetta e Fratelli furono, in breve ai piedi di Pastrengo.

Dopo fierissima lotta, dopo essere stati per bene otto volte respinti da Custoza e da Berettara nei quali combattimenti i principi di casa Savoia dettero prova d'indomito coraggio, finalmente gli austriaci del generale d'Aspre che ritornavano all'attacco con sempre nuovi rinforzi poterono nel cadere del giorno occupare Sommacampagna e stabilirsi nella posizione di Custoza.

Nelle lunghe ore delle giornate piovose, il capitano Bonifazio faceva il giro delle stanze, si arrestava davanti ai suoi quadri, riviveva in quel passato, e nelle rare volte che era costretto di recarsi a Treviso pe’ suoi affari, si fermava per le strade dove passavano i soldati austriaci, e guardava con piet

Cozzo e i suoi cinquanta assaltavano il forte di Castellamare la posizione più importante del nemico, perchè proteggeva la comunicazione della flotta col quartiere generale e lo assaltavano come i Genovesi nel 1746 i Bolognesi nel 49 e come i Bresciani assaltavano gli Austriaci dietro i loro baluardi col pugnale!....

Il giorno 6 di aprile le truppe Sarde ebbero cogli Austriaci un forte scontro al ponte di Goito ed a Monzambano ove i bersaglieri comandati dal Colonnello Lamarmora, il battaglione Real Navi e i cannonieri si copersero di gloria. Il giorno 13 s'investiva Peschiera con vivissimo cannoneggiamento.

Garibaldi fu richiamato da Caprera per capitanarli; ed egli rispose subito all'appello, traendosi seco i suoi più fidi commilitoni. La sera pel 23 aprile due inviati austriaci presentavano al Conte di Cavour l'ultimatum del loro governo: «disarmo immediato, o guerra» e la risposta non poteva essere dubbia.

Il 2 luglio 1849, resa inutile la difesa di Roma, esce dalla porta opposta a quella dalla quale entravano i francesi; tenta di prendere la via di Venezia, e non gli riesce. Gli austriaci lo cercano, lo spiano, lo attendono, ed egli scioglie la legione, amareggiato il cuore per la perdita della sua compagna, sconfina il territorio toscano e si salva.

Lo so, lo so. Sono convinto che sono delle luride prostitute. Siete italiani e perciò non potete mentire! Ma come italiani non saprete certo colpire dei vinti. Sono femmine cioè deboli e senza difesa! Noi ufficiali italiani, non rubiamo il mestiere agli austriaci.