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Aggiornato: 6 giugno 2025
TRINCA. Una bugia a tempo val tant'oro. CONSTANZA. Gentiluomini, mi sapreste voi dir se Pardo Mastrillo fusse vivo? ATTILIO. È vivo e in buona sanitade ancora. CONSTANZA. Ed Attilio suo figliuolo? ATTILIO. E Attilio parimente. CONSTANZA. Idio, per colmarmi d'ogni contentezza, m'ha voluto racconsolar con la vita di l'uno e di l'altro. ATTILIO. Chi sète voi, che tanto vi rallegrate della lor vita?
ATTILIO. Voi potete promettervi di me come di voi stesso, perché stimo voi come un altro me stesso; e vi do potestá che ve la godiate e procacciate per moglie, ch'io vi rinunzio ogni interesse che pretendesse in lei, e ve la rifiuto. EROTICO. Ella non è cosa di rifiuto, però non voglio crederlo. ATTILIO. Se non volete credere il vero, crederete il falso. EROTICO. E che credete ch'io creda?
Avendo comunicate tali disposizioni ad Attilio ed ingiuntogli che non s'impegnasse fortemente ma eseguisse l'ordine di ritirata in scaglioni, Orazio andò verso Muzio gi
"Maledizione! Maledizione!" rimbombò per più minuti l'ampia volta delle ruine, ed il tintinnio de' ferri cozzanti, faceva riscontro al clamore delle voci; terribile musica all'indirizzo de' corrotti e scellerati padroni di Roma. "Silvio! ripigliava Attilio questa fanciulla più infelice che colpevole, abbisogna di protezione e tu generoso non gliela niegherai.
«Se nel vostro vin di Cipro,» rispose Attilio scuotendosi d'improvviso, «aveste gettato polvere d'arsenico, penso che io avrei dovuto ringraziare mille volte la mia fortuna.» «I morti non seppero mai vendicare le offese ricevute.» «Chi mi parla qui di offesa, chi ardisce ricordarmela?
Ma sappiate che Sulpizia è mio dono irrevocabile, perché ci abbiamo data la fede di essere sposi, e i nostri amori non son stati sterili: però non sarete per possederla legitimamente mai per moglie, né senza gelosia. ATTILIO. Io prender la vostra Sulpizia per moglie? EROTICO. E sappiate che, se ben l'uomo per sé non val nulla, la disperazione lo fa valoroso.
Senator Barbarigo, non mi traete in furore, e se vi fu taluno che in faccia a tutta Venezia osò svillaneggiarmi, svillaneggiar me che non ho mai patito sopruso da chicchefosse uomo del mondo, è tal cosa che ciascuno dovrebbe fingere di non sapere in faccia me.» «Un'ingiuria che dev'essere vendicata, deve essere ricordata, Attilio.» «Questo lo credo anch'io.» «Dunque?»
Queste parole di congedo furono pronunciate dal Barbarigo, quando sentì bussare alla porta della camera. Attilio si tolse di l
Attilio spalancava i suoi begli occhi turchini e guardava il babbo con quell'aria che equivale ad una interrogazione. Sicuro, riprese quest'ultimo. E steso il braccio sul tavolino dello studio prese il «Giornale dei bambini» dove appunto c'era disegnato un bel bue. Guarda da te, disse al bambino. Attilio si pose ad esaminare l'animale. Ha quattro gambe, disse subito. E poi?
ATTILIO. Ahi, che tanto movimento di sangue, che mi occupò il core nella prima vista, stimava che fosse dalla tua bellezza; ma era dalla forza del sangue, perché eravamo nati di un medesimo sangue; e io sciocco non me ne accorgeva.
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