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Aggiornato: 10 giugno 2025
L'uno e l'altro portavano la testa alta, guardavan dritto innanzi a loro, ascoltavano bene, stavano in guardia, parlando. Come il principe, il signor di Linsac scherza col sorriso quello spasimo che implica nelle sue pieghe Dio e Satana le due met
Lo ascoltavano in silenzio, in piedi, tra una branda e l'altra, e lo lasciavano voltar fuori con dei viva l'amnistia! che forse lo facevano sorridere. A noi non disse che qualche parola insignificante e non parlò, con deferenza, che col Chiesi, il quale sembrava nelle sue grazie.
Ve n'erano di quelli che si sprofondavano nelle loro meditazioni, e non ascoltavano, non vedevano che que' loro fantasmi e ve n'erano altri che, a due a due, a braccetto, or lentamente, ora a passi precipitosi, trascinavano, infervorati, le loro misteriose discussioni.
Ma Fräulein sostenne una conversazione animata collo zio Giacomo; e Nino sedette al pianoforte e cantò delle canzoni napoletane a Valeria ed Edith, che tenendosi abbracciate coi visi vicini, lo ascoltavano rapite. Seguirono giornate incantevoli; giornate di tennis e di golf, di croquet e di «garden-parties», con le belle ragazze dello Squire e gli impacciati figli del Vicar.
Ora, ad intervalli, sul principio di ciascun canto, si udiva la vibrazione metallica di una chitarra accordata in diapente; e tra una ripresa e l’altra si udivano li urti misurati delle trebbio in sul terreno. I due ascoltavano. Forse per una vicenda del vento, ora li odori non erano più li stessi.
Gli auditori, tutti in piedi, intorno al banco del presidente, ascoltavano attenti, o ne facevan sembiante, la lettura del giornale.
Il figliuolo della Meroni e quello della Menica parlavano di emigrare. Altri giovani li ascoltavano con torva attenzione. Ma le donne inorridivano a quei discorsi. Chi resta qui dovr
Maledette campane esclamò e pensò con una gioia feroce al frutto di quel suono. I preti facevano suonare le campane per attirare i fedeli alle loro rappresentazioni sceniche, alle loro fatiche particolari di quella giornata, ed i fedeli ne ascoltavano la voce sonora. Quella voce doveva diventare però loro fatale. Quella mattina, alle dieci, nella cattedrale......
Il curato, durante il discorso dell'implacabile demagogo, non aveva cessato di interromperlo con delle esclamazioni che parevano giaculatorie. Poichè il farmacista ebbe finito di parlare, il buon prete giunse le mani in atto di orrore, ed ai paesani, che ascoltavano dalla finestra, fece un gesto come dicesse: non vi scandalizzate di tante bestemmie!
Roma presa! urlarono quei giovani. Ah... E il vecchio prete non potè rispondere altro. Le campane suonavano a distesa come impazzite dalla gioia, tutte le finestre si schiudevano, la gente si affacciava interrogando, ed era sempre quella risposta che saliva di tono mutando voce ed accento, ripercuotendosi su tutte le coscienze, cangiandosi in grido, scoppiando in urrah, affermandosi violentemente quasi fosse troppo grande per essere creduta, e tutti si guardavano in faccia commossi da una gioia che non trovava parole, perchè non abbastanza limpida negli spiriti. Qualche grande cosa era crollata, qualche grande cosa incominciava. Le donne sbigottite dal rumore si mostravano appena alle finestre, più bianche nella maggiore ampiezza dei corsetti, e ascoltavano non sapendo quasi nulla, indifferenti alla enormit
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