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Aggiornato: 6 giugno 2025
A mezzo miglio dalle tende c'erano due gruppi di capanne di stoppia, mezzo nascoste dai fichi d'India. Ci radunammo tutti sotto una tenda. Appena eravamo seduti, arrivò correndo un soldato della Legazione, si piantò davanti all'Ambasciatore e disse con voce allegra: La mona! Venga, rispose l'ambasciatore alzandosi. Tutti ci alzammo.
Quando un Siciliano di conto si mette in viaggio, porta con sè quasi tutto l’occorrente; un corriere lo precede per mettere in assetto il quartiere da notte nel vuoto palazzo d’un ricco amico; il signore viene trasportato, in lettiga chiusa, da agili muli a grandi giornate, e trova tutti pronti al suo arrivo.
L'indomani egli arrivò alla stazione tranquillo, sorridente, colla sua signora; non aperse bocca su Laura; dovetti io, mentre eravamo in treno e Lidia cicalava con Clara, dovetti io domandargli se nulla vi fosse di nuovo. Ma no, caro, egli rispose a bassa voce. L'operazione è alle due; ora è mezzogiorno. Potevi passar da casa e chiedere come si trovasse Laura.
Nella stanza di aspetto della ferrovia, dove ci riducemmo quasi subito, al nostro arrivo si aggirava una folla stragrande: quel movimento c'inebriava: in un canto del salone noi vedemmo un gran cartello dove a caratteri cubitali era scritto: Qui si d
Ma ditemi, conte: se i figli del cavaliere ignoravano la loro origine, come possedevano le di lui carte di famiglia? Erano state consegnate dalla loro madre a colei, ed additava Camilla. Ella usò ogni mezzo per giungere a sposare Federico di Chiarofonte, al quale però non rivelò il segreto che dinanzi a me, al mio arrivo a Milano. Comprendo, comprendo.
Il Barendz arrivò il 17 luglio presso la Nuova Zembla, rasentò la costa settentrionale dell'isola e continuò a navigare verso il sud. Allora cominciarono le avversit
Appena il vecchio Gregorio il cantiniere ne fu informato, fece fare un bastone a punta ferrata per andar a piedi a Parigi a trovare il padroncino; quando furono avvertiti che il signor Valancourt era di ritorno. Oh! qual gioia al suo arrivo! egli era però molto cambiato. Il conte lo ricevè freddamente, ed era afflitto.
Fuoco frattanto, spesseggiando i passi e sempre pensando al fatale destino, arrivò. Giunto innanzi all'umile dimora di Bino, pose piede nel piccolo atrio, e stava per proceder oltre allorchè lo stesso ospite apparve. Si riconobbero tosto, e gettatisi l'un nelle braccia dell'altro, quasichè si fossero gi
Due anni dopo il suo arrivo in Aosta, fu richiesto dal curato di Gignod perchè salisse in Ollomont a stimarvi una spinetta che egli voleva comperare da una tale Marianna Lautou, proprietaria di miniere.
Formati ch'ebbe questi propositi nella mente, egli corse all'ufficio centrale, telegrafò a San Giustino per dirgli che restava, telegrafò a casa sua annunziando il suo arrivo per le 10,25 dell'indomani, e pregando di fargli avere ancora un dispaccio a Roma prima di sera.
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