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anco si creda che il cardinale Gazzoli con pietoso animo aprisse le sue stanze al trafitto; com'entrassero in casa allo eminentissimo, ce lo fa sapere un testimone: «Io accompagnai allo appartamento Gazzoli sendoci resa aperta la porta dopo un calcio forte dato alla medesima dal servo del Rossi

Eppure oggi l'abate di Cluny è uno dei santi meglio constituiti del cielo! Come la sapevan lunga quegli uomini dei tempi di mezzo! L'altro intanto, appena ebbe chiusa la porta, si svolse dal mantello e penetrò nelle stanze riposte. Quel piccolo appartamento era addobbato col maggior lusso che allora si conoscesse.

Io posso tanto sul vostro cuore? disse la fanciulla quanto ve ne sono grata! Oh, voi siete diverso da vostro... era nojoso vostro padre. Non amava che di farsi raccontare delle novelle, di passeggiare su e giù per le nostre sale, di regalarci qualche balocco, di farsi accompagnare a braccetto fino alla soglia del suo appartamento, di farsi reggere da noi la coda dell'abito.... Era insoffribile, perdonate, ma era insoffribile.... Gi

Bada però, aggiunse, che la storia del giovane spartano è una frottola, come tutta la storia greca.... Non vorrei che tu t'impressionassi per la morte di quel ragazzo.... Indizii. Il lussuoso appartamento che, al ritorno da Stresa, Folco Filippeschi aveva fatto addobbare, fu aperto a ricche feste.

Quella donna era piena di misericordia e d'indulgenza: era buona, buona, buona. Chi ama bene, soleva dire, perdona molto. Rimasero tutti pensierosi; e Giorgianni, per interrompere il silenzio, esclamò: Sicchè, figliuoli, me lo fate vedere questo appartamento, questo nido di seta e velluto? Non ho potuto darci che un'occhiata di sfuggita. Andiamo rispose Guido cominceremo dal salone.

«Non lo ha voluto manifestare, e la sembianza neppure, perchè va armato di armatura straniera, e tiene calata la buffa dell'elmo; però non porta arme da offesa.» «Chi vi ha chiesto se avesse armi da offesa? Dove si trova?» «Io l'ho introdotto nel mio appartamento, perchè fosse veduto da meno

Giunsero a casa senza inconvenienti. Milla, nello scendere, s'accorse che a mala pena si reggeva in piedi. Si ricordò che non aveva ancor preso nulla; e perciò, invece di dirigersi verso il proprio appartamento, pensò di fermarsi un momento in sala da pranzo. Questa si trovava in un'altr'ala della villa, dove il rumore della carrozza che giungeva poteva benissimo non essere stato avvertito.

Quel giorno, ritirandosi nel suo appartamento, Cristoforo Colombo ebbe una pena, a cui del resto era gi

Nemmeno una memoria!... E che la contessa avea molte obbligazioni con me. È inutile, vi ripeto. Ormai, quel ch'è fatto è fatto. E poi, il signor conte, dicono, è diventato mezzo matto. Intanto il Della Valle aveva attraversato un lungo appartamento tutto buio, attratto dalla luce rossastra, che veniva dal fondo.

Era piccolo, dal viso rubizzo, e sempre allegro. Quando veniva in casa a pranzo, ed accadeva spesso, aveva sempre nelle tasche qualche cartoccio, un giocattolo o una ghiottoneria, che si divertiva a mostrarle, affermando sempre che era per un'altra bambina. Allora cominciava la solita lotta di carezze e di repulse: Tina gli saliva sulle ginocchia, gli cacciava la mano nelle tasche, l'inondava di baci strillando, ridendo, coll'irresistibile grazia dell'infanzia, finchè la mamma non le veniva in aiuto, ed egli cedeva vinto dalla tenerezza. In casa lo chiamavano il signor Gennaro. Ma la bambina si era accorta che tutto aveva cangiato dal giorno che egli era venuto. La mamma vestiva da signora, a pranzo non si levava più come prima qualche cosa per la cena: poi avevano cangiato appartamento, e vicino alla camera della mamma piena di mobili nuovi, c'era un salottino con un sof