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Aggiornato: 24 luglio 2025


Antonelli la prese senza parlare, e scambiò col padre Ferri un'occhiata di soddisfazione. Il Papa li invitò a lasciarlo solo, dicendo che non si sentiva bene. Quel debole vecchio, sbattuto da tante emozioni, stava male veramente. Il cardinale e il gesuita uscirono insieme. Raffinamenti gesuitici.

Monsignor Pagni, per salvargli la vita aveva ottenuto dal cardinale Antonelli, che Curzio restasse rinchiuso in quella fortezza e rigorosamente guardato e inaccessibile, fino a che fosse compiuto e definito il processo di Lesa Maest

La svolse, la guardò e appena ebbe posti gli occhi sull'exequatur papale, sul suo volto si dipinse quel sorriso, che poco prima si era ripercosso fra il padre Ferri, e il cardinale Antonelli. Fra quelle tre persone regnava il silenzio. Antonelli si era seduto allo scrittoio. Il generale, ritto in piedi colla sentenza in mano, vi teneva fisso lo sguardo senza leggerla.

Il cardinal Rizzi partì soddisfatto di ; si fece condurre a casa, e andò a dormire il sonno del giusto. Il Generale fece venir subito nelle sue stanze tre padri, fra quelli che erano più addentro nei suoi segreti, erano il confessore del Papa, il confessore del cardinale Antonelli, il confessore del colonnello De Charette, comandante degli zuavi pontifici.

Aspetta? suonate dunque, Antonelli; fate allestire la carrozza, e vengano a vestirmi. Antonelli suonò il campanello, e diede degli ordini al camerario. Baldoni si avvicinò intanto al Papa, e gli disse a bassa voce: Se prima di uscire Vostra Santit

Che dirvi dei Perugini, dei Sebastiani del Piombo, degli Antonelli da Messina, dei Mantegna e d'altri della pleiade minore, che qui tuttavia ci hanno il loro meglio e fanno perciò una eccellente figura?

Egli si sarebbe adunque piegato a far la grazia ai condannati; ma appena vi poneva il pensiero, gli si presentavano nello stesso tempo i fantasmi dei gesuiti, e degli zuavi, e di Antonelli, e dei cardinali arrabbiati, che l'impaurivano, e sgridavano, e lo distoglievano dall'idea della clemenza, come da una debolezza imperdonabile e fatale.

Quanto difficile sia liberarsi dall'Austria l'abbiamo provato e proviamo; ma meno difficile questo agl'italiani anche soli, che a loro soli sottrarsi al Cardinale Antonelli senza una guerra europea. L'Italia liberata dallo straniero, crescerebbe, giova sperarlo, in nazione grande; ma chi liberasse il Papato dal regno, farebbe migliori le condizioni di dugento milioni d'anime umane, anzi di tutta intera l'umanit

Ma i segni precursori di un'invasione di schiere volontarie, come chiaramente apparivano dalla lettera di Garibaldi, davano molto da pensare al Governo romano; il cardinale Antonelli passava, il 26 aprile, una nota all'ambasciatore francese in Roma, conte Sartiges, nella quale esprimeva questi timori.

Con essi il Generale tenne un lungo conciliabolo, ch'ebbe per iscopo di stabilire il modo sicuro di sventare gli sforzi di coloro che volevano ottenere dal Papa la grazia di Monti e Tognetti. I confessori di Antonelli e di De Charette si posero all'opera alla mattina seguente; il confessore del Papa doveva operare più tardi.

Parola Del Giorno

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