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Aggiornato: 14 ottobre 2025
Contr'altri, contra sè freme e combatte, Vuol parer dignitoso ed assennato, E il premon fantasie luride e matte. Egli è un astro smarrito ed oscurato Che di sua prisca gloria un raggio serba, E volge a rallumarsi ogni conato. Egli è una cosa angelica e superba, Egli è un Nabucodonosor del cielo, Dannato co' giumenti a pascer l'erba.
Un pomeriggio, mentre il pittore tornava dal lavoro, col suo cavalletto, il povero si alzò e gli disse: Verrebbe un momento con me? E perchè no. Il povero s'avviò verso Porta Angelica, dicendo le cose più amabili al giovane, e poi lo introdusse in una porta di misera apparenza, passata la quale, il pittore si trovò in un quartiere assai signorilmente arredato.
Il signor Guerri non stette a capir altro, ma si volse indietro e vide Fiordispina impallidire. La zia Angelica era stata pronta a sostenerla. L'infermiere non finì la sua frase. Anch'egli aveva veduta quella bella ragazza, che veniva alle spalle del signor Guerri, e non gli era sfuggito il turbamento che l'aveva colta. Che ha? gridò egli. Si sente male? Nulla, nulla! rispose il vecchio Guerri.
Ma questa volta la zia Angelica e la zia Rosina non si lasciarono imporre.
Volger conviemmi il bel ragionamento al Tartaro, che spinto il suo rivale, quella bellezza si godea contento, a cui non resta in tutta Europa uguale, poscia che se n'è Angelica partita, e la casta Issabella al ciel salita. 18 De la sentenza Mandricardo altiero, ch'in suo favor la bella donna diede, non può fruir tutto il diletto intero; che contra lui son altre liti in piede.
Si mostra a Suor Angelica dello Spirito Santo e si fa accarezzare i biondi capelli; si lascia tenere tra le braccia da Suor Caterina di Bologna; a Suor Ida da Nivella parla in latino, dicendo: Ida, cor meum et anima mea; si arrampica, in minuscole proporzioni di corpo, su la conocchia di Suor Rosa da Lima, le fa mille scherzi e passeggia con lei presa per mano; va a coricarsi a fianco di Suor Anna di tutti i Santi; fa madrigali con Suor Geltrude da Eisleben.
La signora Angelica e la signora Rosina stavano ancora nel lungo riposo del dopo pranzo alla finestra della loro cameretta, ma non sospiravano più guardando l'orto, guardando il "Gigantesso" e pensando a quell'altra, alla nuova padrona. Si guardavano mute nei poveri occhi pieni di lacrime e sospiravano, sospiravano pensando a Pierino.
14 Orlando volse a pena udire il tutto, che giurò d'esser primo a quella impresa, come quel ch'alcun atto iniquo e brutto non può sentire, e d'ascoltar gli pesa: e fu a pensare, indi a temere indutto, che quella gente Angelica abbia presa; poi che cercata l'ha per tanta via, né potutone ancor ritrovar spia.
72 Inanzi Albracca glie l'avea Brunello tolto di sotto quel medesmo giorno ch'ad Angelica ancor tolse l'annello, al conte Orlando Balisarda e 'l corno, e la spada a Marfisa: ed avea quello, dopo che fece in Africa ritorno, con Balisarda insieme a Ruggier dato, il qual l'avea Frontin poi nominato.
La signora Angelica e la signora Rosina tornarono a guardarsi mute, a tranquillarsi vicendevolmente e a comunicarsi la loro contentezza anche sotto questo rapporto. Don Giuseppe, quel giorno, aveva molto da fare per le istruzioni religiose; ma quando arrivò la sera, la cena era pronta e Don Giuseppe ebbe una sorpresa: un piatto di patate alla béchamelle. Eccellenti! squisitissime!
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