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Aggiornato: 5 giugno 2025


Eppure vi son molti mariti, che sono tiranni anche amando la propria moglie, che sono fuori di questo perfetti galantuomini, cittadini perfetti, padri esemplari.

Amando una donna di sessant'anni. Oh! ma perchè si sorprende, marchesa? Sar

Tu se' dricta senza veruna tortura, ché fai el cuore dricto e non ficto, amando liberalmente e non fictivamente la mia creatura. Tu se' una aurora, che meni teco la luce della divina grazia. Tu se' uno sole che scaldi, perché non se' senza el calore della caritá. Tu fai germinare la terra, cioè che gli strumenti de l'anima e del corpo tucti producono fructo, che vita in e nel proximo suo.

In ogni anima richieggio puritá e caritá, amando me e il proximo suo, e sovenendo il proximo di quello che può, ministrandoli l'orazione e stando nella dileczione della caritá, come in un altro luogo sopra questa materia Io ti narrai.

E dentro a l’un senti’ cominciar: «Quando lo raggio de la grazia, onde s’accende verace amore e che poi cresce amando, multiplicato in te tanto resplende, che ti conduce su per quella scala u’ sanza risalir nessun discende; qual ti negasse il vin de la sua fiala per la tua sete, in libert

Chi va con poca prudenzia, e non con modo, poco truova; chi con assai, assai truova; perché quanto l'anima piú s'ingegna di sciogliere l'affecto suo e legarlo in me col lume de l'intellecto, piú cognosce: chi piú cognosce piú ama; piú amando, piú gusta.

E se costoro non tassano l'exercizio de l'orazione sancta e de l'altre buone operazioni, ma con perseveranzia vadano aumentando la virtú, giogneranno a l'amore del figliuolo. E Io amarò loro d'amore filiale, però che con quello amore che so' amato Io, con quello vi rispondo: cioè che, amando me come fa el servo el signore, Io come signore ti rendo el debito tuo, secondo che tu hai meritato.

Se il cor mi si turba In me rivolgendo Che i giorni tuoi santi S'estinser, gemendo; Che giovin peristi In lungo patir; Io scerno che il pianto Mi tergi e sorridi! Io scerno che al cielo Ne inviti, ne guidi! Io t'odo che appelli Felice il martìr! Ell'era di quelle Serafiche menti, Vissute nel mondo Sublimi, innocenti, Amando, pregando, Chiamando a virtù.

Io non so, non posso spiegarmi; ma capisco, sento benissimo che una fanciulla soltanto può ispirare tanta sublime poesia!... Una fanciulla casta, ingenua che, amando, non commette una colpa, e non la fa commettere; una fanciulla che si può adorare e stimare, superbo, orgoglioso di lei, apertamente, sotto la faccia del sole, perchè l'amore ha bisogno della luce come la vita!...

più che in altra convien che si mova la mente, amando, di ciascun che cerne il vero in che si fonda questa prova. Tal vero a l’intelletto mïo sterne colui che mi dimostra il primo amore di tutte le sustanze sempiterne. Sternel la voce del verace autore, che dice a Moïsè, di parlando: ‘Io ti farò vedere ogne valore’.

Parola Del Giorno

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