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Aggiornato: 20 giugno 2025


Stretto a braccio di quel suo amico, senza sapere quel che si facesse di lui, e in pari tempo senza potersi determinare a staccarsene, fece seco molto cammino. Non avendo mai potuto sfogarsi con nessuno, e oramai mancandogli la forza a dissimulare il suo affanno, mille volte fu per manifestar tutto all'amico. In una simile preoccupazione lasciava cadere in terra tutti i discorsi che colui gli faceva. Per verit

Non anche si ristoravano dello affanno sofferto, che videro i nostri Conti entrare nella stanza uno scudiere del Re, il quale per parte del suo signore intimava che tosto si rendessero a Corte. «Sapete voi la cagione della chiamata, scudieredomandava il Cerra con mal celata impazienza.

«Quanto era meglio per voi, che Goffredo di Presilles non inventasse il torneogridò il Monforte ferendo di gran forza il Cavaliere primo venuto: «pensate a non dar tanto affanno alla vostra dama, a non far piangere la madre vostra.» «Volete soccorsodisse, sopraggiungendo, il Cavaliere del fulmine al suo compagno, che vide in due o tre parti ferito.

Lo sommo Ben, che solo esso a se' piace, fe' l'uom buono e a bene, e questo loco diede per arr'a lui d'etterna pace. Per sua difalta qui dimoro` poco; per sua difalta in pianto e in affanno cambio` onesto riso e dolce gioco. Perche' 'l turbar che sotto da se' fanno l'essalazion de l'acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno,

Lo sommo Ben, che solo esso a piace, l’uom buono e a bene, e questo loco diede per arr’ a lui d’etterna pace. Per sua difalta qui dimorò poco; per sua difalta in pianto e in affanno cambiò onesto riso e dolce gioco. Perché ’l turbar che sotto da fanno l’essalazion de l’acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno,

La creatura, che si dava maggiore affanno in palazzo, era la guardarobiera: una vecchia che chiamavano la balia, che aveva allattato il conte Guglielmo e portato in braccio il contino. Oh il suo non era certo l'affacendato ozio dei Ritratti Umani! Con che amore la buona donna mise in ordine il quartierino, che il tutore spilorcio aveva lasciato al di lei caro Enrico! Con che cura gli preparò la biancheria e fece rimetterle cortine alle finestre e gli fornì dell'occorrente la teletta, e dispose qua e l

Un'angoscia cupa subentrò, come avviene, allo affanno clamoroso; sembra che le consolazioni di Giannicchio trovassero grazia presso don Cirillo, presso Verdiana. Non si parlò di mangiare: non gi

Da quella notte apparve evidente che egli tentava stordirsi, con ogni mezzo possibile, da qualche grande affanno. Egli aveva incominciato a chiedere al vino la dimenticanza di questo dolore segreto, e nel giorno seguente lo aveva ricondotto a casa io stesso in uno stato di ebbrezza assai grave. Ma abbrevierò la mia narrazione.

Angiolina, come un fiore appassito da un colpo terribile sul suo nascere, dirò non viveva, ma stava così come quell'essere che una lunga valetudine abbatte e percuote. Il verme delle dolorose rimembranze era quello che la rodeva tuttora. Ma che? Il tempo non cancella esso o almeno indebolisce le più vive reminiscenze? noi crediamo che . Ma e non potrebbe esservi nel cuore d'Angiolina qualche altro germe di affanno, qualche piaga insanabile e che il tempo non potesse mai rimarginare? ahimè! come penetrare potremmo nel segreto del cuore di quella fanciulla, che appena sul fiore dell'et

E cosí fu la fin d'ogni mio affanno e 'l principio d'un felice stato ch'io quasi par che a me istesso nol creda. Che te ne pare? FILENO. Io, non sol mi stupisco, ma, dentro, d'allegrezza mi confondo. Bene è venuta a tempo: ché comprata l'hai con tanti disagi e tanti pianti e tante amare notti e tanti giorni che appena mi risolvo se ciò basti a compensar tante fatiche e danni.

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