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Aggiornato: 20 giugno 2025
Si ferma un istante a questo pensiero gigantesco e vi confronta la piccola causa del suo immenso affanno, ma non ne ritrae forza; tutto in quell'arcano gli par grande ad un modo, la parabola della lucciola, stella delle zolle, la parabola della stella cadente, lucciola dell'infinito. Ogni grandezza è vana, tranne quella del proprio affanno. Meglio morire!
Mi pareva che la morte dovesse stendere ad ogni istante le sue scarne braccia per rapirmela e che fosse lì, immobile, ai piedi del letto, a rimirare il mio affanno e la sua preda.... Un brivido mi corse per le vene e mi guardai all'intorno impaurito. Charru
Ah che di sozze abominevol voglie Rapina fian: quì la rugosa fronte Gemendo abbassa in su le palme, e scioglie Giù da le ciglia lagrimando un fonte. Mentre il vince così forza di doglie A favellar comincia Alcimedonte, Non senza affanno; e sì dolor lo strinse, Ch'a mezzo il favellar gemiti spinse.
Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: per la dannosa colpa de la gola, come tu vedi, a la pioggia mi fiacco. E io anima trista non son sola, ché tutte queste a simil pena stanno per simil colpa». E più non fé parola. Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno mi pesa sì, ch’a lagrimar mi ’nvita; ma dimmi, se tu sai, a che verranno
I disegni per l'avvenire, i bei sogni di ricchezza e di gloria cadevano in rovina.... Che cosa mai avrebbe egli potuto fare? Non era meglio tirarsi una pistolettata e morire, piuttosto di vivere dannato, con quello spasimo nel cuore?... L'amore non lo aveva reso contento: gli aveva dato la guerra in casa e l'odio fuori; era un affanno, un'angoscia continua.
La signora Maddalena non discendeva più dalla scala da parecchi giorni; perchè non era più il caso a salirla, senza pigliarne un affanno, da durare oppressa delle ore.
«Me avventuroso, quando proferiranno questa parola sul mio cadavere! Pure chi sa che anche nella fossa non mi aspetti qualche altro affanno, e chi sa se veramente l
DON FLAMINIO. Supplice e lacrimoso ti sta dinanzi a' piedi la cagion del tuo affanno: non chiede né perdono né vita, perché non la merita e non l'accetta ché quando l'uomo ha fatto quel che non deve, non deve piú vivere per non vivere vita pessima e infame, ma chiede vendetta. E se in te è rimasta qualche scintilla di fraterna pietá, uccidimi.
L'alba sorgeva appena: la luce che stenebrava il silenzio profondo della strada, tutta chiusa e deserta, gli metteva addosso uno sgomento indefinibile; e a mano a mano che i profili delle case si disegnavano più nettamente e le colonne della chiesa lontana uscivano alla luce, egli provava un grande affanno.
Non dubitare: meco ne vieni. Tu, Fannio, aspetta. A te, Santilla, mostrerò quanto a far hai. FANNIO. In che travaglio ha posto la fortuna il caso di questi due, fratello e sorella! Sará oggi il maggior affanno o la maggior letizia che avessin mai, secondo che la cosa se butterá. Ben fece il cielo l'uno e l'altra simili, non pur di apparenzia, ma ancor di fortuna.
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