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Aggiornato: 27 maggio 2025


Accomiatandosi da Lamperth che sicuro della morte del suo amico lo abbracciò colle lagrime agli occhi, Rosen tolse pretesto di una passeggiata su pel monte, e s'inoltrò arditamente nella foresta.

L’abate, che la vigilia avevo avvisato della mia prossima venuta, era inquieto, benchè mi facesse più giudizioso di quello che sono e si studiasse di immaginarmi rifugiato al caldo ed al sicuro. Mi strapazzò come un cane, mi abbracciò come un amico e mi allestì una cena luculliana.

Eccovi la ragione dei miei portamenti di questa mattina; ed ora che vi ho tutto confessato, accettate voi il mio pentimento sincero? Lorenzo afferrò la mano che Aloise gli offriva, e lo abbracciò con affetto. Vostro amico per la vita e per la morte, Aloise di Montalto.

Regina lo abbracciò ancora una volta. Ma tu sarai meco disse ella. Uhm! codesto è un altro paio di maniche borbottò Sergio. Io sono in delicatezze con l'Austria. Come ciò?

Te fortunato! gli dicevano. Di giorno in giorno, ne passarono dodici. Dodici giorni di ansie crudeli. Facevano il pacco alla sera, dopo essersi salutati con un abbraccio fraterno, e lo sfacevano alla mattina, ricominciando il lavoro di suggestionarsi l'un l'altro.

Anche il Seigneur d'uno dei canti della raccolta del Puymaigre si contenterebbe d'un bacio e d'un abbraccio; ma, come diciamo qui in Toscana, ci trova la sua. Non badino, prego, i lettori al soverchio naturalismo del penultimo verso: Rustica progeniesantico dettato) nescit habere modos:

Augusto abbracciò fortemente l'amico e gli bisbigliò all'orecchio: Bada: che lei crede che tu arrivi da Orvieto. Grazie! mormorò Mario, coi denti stretti, e salì ancora. Giacinta gli buttò le braccia al collo, baciucchiando quella faccia smunta e intrisa di fuliggine.

Dette queste cose, la buona fata abbracciò nuovamente la Rosmunda. Poi si scosse, e d'ogni intorno le piovvero per terra un'infinit

Non senti che io ne muoio?... Simile io sono alle cagne raucamente ululanti che si stringono intorno i loro piccoli, in fondo ai crepuscoli invernali, davanti al mare, ai suoi clamori ed alle sue sataniche devastazioni!... Oh! gli artigli delle mie dita!... Poichè t'amo, infatti, come una cagna ama i suoi piccoli!... !... Io, ti partorii!... Io, senza posa ti partorisco ne' miei baci felini!... Ti trassi dalle mie viscere, ed ho per te il delirio terribile d'una madre, cui si lacerano i fianchi quando tu trasalisci graziosa e turbolenta nel mio abbraccio!... Oh Giulia mia!... Tu che passi nelle mie vene boccheggianti, come un tizzone che faccia ustioni di miele!...

Abbiamo oggi, è vero, l'esempio di un popolo che in pochi anni abbracciò tutto quanto trovò di bene nella civilt

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