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Aggiornato: 5 giugno 2025
Io mi sento abbattuto, atterrito... Mio Dio, mio Dio! ma infine che vuoi tu! dimandò Bambina gittandosi alle ginocchia di suo fratello. Io l'ignoro ancora, io stesso, te l'ho detto. Ma vi è una cosa a cui io sono deciso: esser carnefice piuttosto che vittima, avere un prezzo dell'infamia, poichè non posso evitarla. Vescovo! io voglio esser vescovo: bisogna che io mi vendichi. M'hai tu capito?
Invano la bella guantaja cercò dormire: nell'ombra della stanza, vedeva sempre l'immagine dello sconosciuto, sentiva ancora sulle sue labbra il tocco bruciante delle labbra di lui. L'alba la sorprese cogli occhioni spalancati, il viso pallido, abbattuto, le labbra frementi, che mormoravano quasi inconscie: Chi sar
L’uscita della bara dall’appartamento fu uno schianto atroce pel cuore di Metilde, che cadde priva di sensi nelle braccia di suo padre, accorso colla signora Emilia per assisterla, e calmare il suo dolore. Si temette assai anche pel povero Silvio che quantunque in via di guarigione si trovava tanto abbattuto di forze da non poter sopportare una sensazione violenta. Ma il medico prevedendo la gravit
69 Rispose Sacripante: Come vedi, m'ha qui abbattuto, e se ne parte or ora; e perch'io sappia chi m'ha messo a piedi, fa che per nome io lo conosca ancora. Ed egli a lui: Di quel che tu mi chiedi io ti satisfarò senza dimora: tu dei saper che ti levò di sella l'alto valor d'una gentil donzella.
78 Parlando tuttavolta la donzella teneva la visiera alta dal viso. Mirando Ferraù la faccia bella, si sente rimaner mezzo conquiso, e taciturno dentro a sé favella: Questo un angel mi par del paradiso; e ancor che con la lancia non mi tocchi, abbattuto son gi
Sapeva che non avrebbe potuto mandarle altro che una parola di saluto: ma aveva scritto tutta la notte. Sul battello un sonno penoso, un incubo greve lo aveva abbattuto. Udiva tratto tratto il fragore delle onde rotte contro i fianchi poderosi, l'arrestarsi dell'ansante respiro; vedeva le rive fuggire e ignorava dove fosse, dove andasse.
Lo trovò una sera in quest'ultima fase, completamente abbattuto. Se ne stava al cembalo con la testa tra le mani ed i gomiti appoggiati alla tastiera in un'attitudine d'istupidimento morale. Non si mosse punto udendo qualcuno entrare, e non fu che dopo aver fatto uso alternativamente delle preghiere e delle minaccie, come si fa coi fanciulli, che si potè udire il suono della sua voce.
S'era abbattuto in un'incisione che rappresentava una donna a cavallo, ferma in mezzo alla radura d'un bosco: appoggiava il gomito sul ginocchio, posava la guancia sulla palma della mano, fissava gli occhi pensosi nel vuoto, come assorta in un profondo dolore. C'era scritto sotto: Le dernier rendez-vous.
Egli era poi così abbattuto: lo squallore, la vergogna della miseria lo circondavano così da vicino, che si sentiva consolare al contatto di quella donnina elegante, che gli spandeva d'intorno come un ultimo raggio de' suoi lontani splendori. Dunque domani? ripetè Giacomo alzandosi per andar via: non voleva incontrarsi un'altra volta col marito. Sì. Domani. A che ora? Aspettami fino alle due.
Benchè abbattuto da quindici ore di fatica, sfinito dalla fame e dalla sete, il giovane guerriero sopportò, senza mostrare la minima debolezza, l'atroce tortura. Essa fu breve: le carni si lacerarono in cinque minuti ed egli cadde a terra e si rimise immediatamente a ballare cogli altri.
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