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Aggiornato: 18 giugno 2025
86 Essendo la battaglia in tale istato, Sobrin, ch'era giaciuto in terra molto, si levò, poi ch'in sé fu ritornato; e molto gli dolea la spalla e 'l volto: alzò la vista e mirò in ogni lato; poi dove vide il suo signor, rivolto, per dargli aiuto i lunghi passi torse tacito sì, ch'alcun non se n'accorse.
86 Lo partì, dico, per dritta misura, de le coste e de l'anche alle confine, e lo fe' rimaner mezza figura, qual dinanzi all'imagini divine, poste d'argento, e più di cera pura son da genti lontane e da vicine, ch'a ringraziarle e sciorre il voto vanno de le domande pie ch'ottenute hanno.
86 Ma ch'egli alla promessa sua mancasse non però debbe aver la colpa affatto; ch'una causa ed un'altra sì lo trasse, che gli fu forza preterire il patto. Convenne che nel letto si colcasse, e più d'un mese si stesse di piatto in dubbio di morir, sì il dolor crebbe dopo la pugna che col Tartaro ebbe.
Ciò non fu immediatamente dopo la conquista, perchè fino al gennaio 1285, i suoi titoli erano: ammiraglio di Aragona e di Sicilia, signor di Castiglione, Francavilla, Novara, Linguaglossa e Tremestieri. Da un diploma del 25 gennaio 1285, nei Mss. della Biblioteca comunale di Palermo Q. q. G. 1, pag. 147. Bart. de Neocastro, cap. 85. Bart. de Neocastro, cap. 86.
Diploma del 2 maggio, ibid. fog. 86 a t., per 75 fanti toscani mandati di presidio in Montane Amalfie, ov'era capitano un Rambaldo de Alemanni. Altro della stessa data, Ibid. 88 a t., al capitano di Gaeta si raccomandano i fani. Par che in vero dopo la battaglia di Malta i nostri corsali avessero ripreso le infestagioni ne' mari del regno di Napoli.
86 Frontino or per via dritta or per via torta, quando per selve e quando per campagna il suo signor tutta la notte porta, che non cessa un momento che non piagna: chiama la morte, e in quella si conforta, che l'ostinata doglia sola fragna; né vede, altro che morte, chi finire possa l'insopportabil suo martire. 87 Di chi mi debbo, ohimè!
Questa impresa d'Acri ci attestan anco moltissimi diplomi del r. archivio di Napoli, dati a 3, 4, 12 e 28 febbraio 1278, e molti in marzo, aprile, maggio, giugno, luglio e agosto seguenti: registro segnato 1268, A, fog. 136, 138, 71 a t. 130, 141, 142, 78, 84, 144 a t. 135 a t. 85, 86, 87, 99, 100, 165.
86 Sopra il sanguigno corpo s'abbandona, e di copiose lacrime lo bagna, e stride sì, ch'intorno ne risuona a molte miglia il bosco e la campagna. Né alle guance né al petto si perdona, che l'uno e l'altro non percuota e fragna; e straccia a torto l'auree crespe chiome, chiamando sempre invan l'amato nome.
III, pag. 763; ed altri che lungo sarebbe a noverare, or più or meno esatti. D'Esclot, Montaner, Neocastro, Speciale nei luoghi citati. Nangis, vita di Filippo l'Ardito, in Duchesne, H. Fr. S., tom. V, pag. 541. Breve di papa Martino, in Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 8. Gio. Villani, lib. 7, cap. 86. Saba Malaspina, cont., pag. 386. Ibidem, pag. 389, 390. Bart. de Neocastro, cap. 55, 56. Nic.
86 Gli altri ch'erano intorno, e che vantarsi Brunel di questo aveano udito spesso, verso lui cominciaro a rivoltarsi, e far palesi cenni ch'era desso; Marfisa sospettando, ad informarsi da questo e da quell'altro ch'avea appresso, tanto che venne a ritrovar che quello che le tolse la spada era Brunello: 87 e seppe che pel furto onde era degno che gli annodasse il collo un capestro unto, dal re Agramante al tingitano regno fu, con esempio inusitato, assunto.
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