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Al Grimani nel maggio dell'anno 1523 Andrea Gritti subentrò, i talenti e le geste famose del quale furono e da Bernardo Navagero in una orazione latina lodate, e da Nicolò Barbarico nella vita di lui, per cura impressa del sopra lodato cavaliere ab. Morelli, pulitamente encomiate. Le Oselle annualmente coniate sotto il suo principato non ricordano alcuna delle sue imprese, offrono nelle loro impronte memoria alcuna de' patrii avvenimenti. Quindici anni e tre mesi rimase questo doge sulla ducale sede, e nelle sedici medaglie da lui alla nobilt

«Dialogus in tres libros divisus, cujus titulus est STRIX, sive de Ludificatione Daemonum: ejusdem ad Leonem X de reformandis moribus Oratio; ejusdem pro asserendis a calumnia libris Dionysii Areopagitae Epistola: ejusdem ad excitandum genus humanum a vitae hujus somno ad futurae vigiliam, Carmen, 1523, in-4. Senza data di luogo e di stampatore: edizione citata nel catalogo della biblioteca del re di Francia, e che è probabilmente la stessa che quella fatta in Bologna, lo stesso anno 1523, da Girolamo de' Benedetti. La prima di queste operette fu l'anno seguente tradotta in lingua italiana dal celebre fra Leandro Alberti, domenicano, e stampata col titolo: Libro detto Strega o delle Illusioni del Demonio. In Bologna per maestro Geronimo de' Benedetti, 1524, in-4. Evvi innanzi una breve Prefazione del traduttore, e poscia la dedica da esso fatta alla molto illustre signora della Mirandola, Madonna Giovanna Caraffa Pica, moglie di Gianfrancesco, nella quale racconta che l'anno innanzi erasi nella Mirandola introdotto un giuoco detto la Donna, che andava a terminare in empie bestemmie, e in insulti fatti alla santa Croce, che gl'inquisitori avean perciò dannati all'estremo supplicio gli autori di questa empiet

Avvenuta nel maggio del 1523 la morte di questo Doge, nella sede vacante un nuovo decreto del Consiglio Maggiore fu preso, pel quale accordato venne, che al nuovo Doge fossero fatti buoni que' danari che gli occorressero pel donativo oltre i ducati trecento e cinquanta, che per questa ragione riscuoteva, considerata la grave spesa che ogni Doge era per ciò tenuto di fare.

Il sospetto di contagio religioso indusse il vescovo di Como sin nel 1523 a spedire in Valtellina un fra' Modesto inquisitore; ma ne fu respinto, e si stanziò che nessun inquisitore entrasse più su quel territorio. Il clero e i cattolici zelanti non cessarono di opporsi singolarmente a cotesto accogliere i profughi d'Italia; frati e particolarmente cappuccini assai venner da Milano e da Como a predicare la verit