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Urbano VIII, capostipite di questa ricca casa, assegnò la commenda al nepote Antonio, nel 1633; da questo tempo i Barberini seppero molto bene seguire l'esempio dei Colonna, poichè per 105 anni l'abbazia rimase nelle loro mani; Antonio accrebbe anche la potenza del cardinale-abate; aggiunse al diritto di giurisdizione baronale anche quello vescovile, che fino ad allora avevano esercitato i vescovi confinanti di Tivoli, Anagni e Palestrina, sui diversi castelli.

Ferentino, anche oggi importante sede vescovile, si compone di un laberinto intricato di strade, per la maggior parte strette, interrotte qua e l

Rimasto in balìa della mensa vescovile (dacchè il Comune era sceso a far casa da ) il Castello fu arso nel 1394 dalla fazion ghibellina, perchè col

Pubblicato il decreto di Giuliano che permetteva il rimpatrio ai vescovi esigliati dall’ariano suo antecessore, Atanasio, non solo ritornò in Alessandria, ma rioccupò, senz’altro, il seggio vescovile, e riprese, con rinnovata energia, la sua azione di propaganda e di combattimento.

L'infelice Rugger per la sua fama don Guottibuossi chiama a , l'abate. Il prete ha stabilito poco innante una risoluzion con Bradamante. Dalla man vescovile ivi serrata, crepi di rabbia, giovane o invecchiata. Piacque il consiglio al buon Ruggero, e tosto andossi all'arcivescovo Turpino.

L'altra statua, mediocre essa pure come opera d'arte, sorge di fronte a quella di Vitaliano. Brunone nacque ad Asti nel Piemonte, fu raccomandato a Gregorio VII e più tardi da Urbano II fatto vescovo di Segni. Contrariamente alle prescrizioni canoniche, abbandonò la sede vescovile e si ritirò a Montecassino, dove l'abate Oderisio l'accolse fra i seguaci di S. Benedetto. Sebbene il papa Pasquale II gli avesse intimato di restituirsi alla sua sede episcopale, egli rimase a Montecassino, di cui divenne poi abate, e dettò ivi, nella tranquillit

E perchè circa il 1242 Guidaloste Vergiolesi vescovo di Pistoia investì i parenti suoi di molti feudi spettanti alla mensa vescovile, fra i quali i castelli di Piteccio e della Sambuca, fu deliberato che, «ai Bianchi e Ghibellini si lasci il castello di Piteccio e quello della Sambuca, chè, come di lor pertinenza, uscendo subitamente dalla citt

Tale era l'uomo che aveva fatto chiamare Don Diego Spani. Don Diego si trovò al palazzo vescovile all'ora indicata. Monsignor Laudisio, da uomo che ha dell'ordine ed una buona memoria, era esatto.

Un suo vecchio amico, impiegato alla Curia vescovile di Pavia, diceva: Castellani non sa il valore della parola: distinguo: non può fare strada. Era tutto di un pezzo. Se fosse scoppiata una guerra patriottica, avrebbe preso il fucile; e lo diceva; poichè nessuno l'avrebbe potuto convincere che i suoi doveri di prete escludessero i suoi doveri di cittadino.

Pretesa esorbitante, sia pure; ma a chi la colpa? A Carlomagno che aveva cosí fondato l'imperio, all'imperio cosí fondato; 5^o finalmente, quella che altri chiama perfezione e noi chiamiamo confusione, caos feodale, aveva da per tutto sottoposti molti feudi laici a questa o quella chiesa vescovile od abbazia, e n'aveva sottoposti tanto piú alla chiesa somma romana: parecchi ducati longobardi e normanni a mezzodí d'Italia, Sardegna, Corsica, alcuni regni spagnuoli, e via via.