United States or South Sudan ? Vote for the TOP Country of the Week !


Intanto, sulla piazza di Arpino, la cosa cui meno si pensasse quel giorno, 4 ottobre, era certo la storia romana; poichè ricorrevano l'onomastico del re Francesco II ed il genetliaco della regina sua consorte ed i ritratti della giovine coppia reale stavano esposti in una specie di loggia del palazzo municipale e così si ammirava l'immagine di una graziosa principessa bavara, di una figlia di quei Teutoni e di quei Cimbri vinti un giorno dal terribile Mario. Sulla stessa piazza sorge un grande edificio, nella cui facciata stanno entro apposite nicchie i busti di Mario, di Cicerone e di Agrippa, poichè anche quest'ultimo, secondo i buoni Arpinati, nacque nella loro citt

E attraversa fiumi e monti, passa il Pirene, giunge in Provenza, si sofferma sul Rodano dove Mario distrasse i Teutoni; ma non s'arresta alla voce dei soldati di Mario, perchè sul sacro colle egli non attese, scrutando le stelle, l'ora in cui potesse combattere con la certezza della vittoria.

I barbari invasori dell'imperio furono quasi tutti di quella nazione, che chiamò e chiama se stessa dei «Deutsch», che i romani chiamarono primamente «teutoni» e poi «germani», e noi chiamiamo «tedeschi». Poche eccezioni trovansi a tal fatto, piú poche tra le genti stanziate; e noi noteremo quelle che venner tra noi.

Le province principali furono spartite fra i triumviri: Spagna ed Africa a Pompeo; Siria colla guerra contro a' parti, la maggior che fosse allora, a Crasso; Illirio e le due Gallie colla guerra sorgente da una invasione di teutoni che incominciavano a chiamarsi «germani», a Cesare. Solo pacifico dei tre il governo di Pompeo, il lasciava rimanere a Roma.

O Mario, che valsero i tuoi trionfi contro i Cimbri e i Teutoni, e che cosa valsero quelli del tuo fiero avversario Silla contro Mitridate? Andate perpetuamente maledetti, però che voi foste la rovina di Roma.

La figura africana di Giugurta, la sua fine terribile nelle prigioni del Campidoglio, i Cimbri ed i Teutoni, che profetizzarono in certo modo la caduta di Roma per opera delle razze germaniche, la terribile guerra civile, la figura asiatica di Mitridate, Mario nascosto nelle paludi di Minturno, Mario profugo, seduto sulle rovine di Cartagine, Mario vecchio di settantadue anni che entra trionfante a Roma, l'uccisione dei fautori della proscrizione e, cosa strana, la morte tranquilla di un tal uomo; tutto ciò mi passava dinanzi come una lanterna magica e si accordava meravigliosamente col paesaggio.

Allora, vi fu mandato il vincitor di Giugurta, Mario; il quale vinse i teutoni in una gran battaglia sul Rodano all'Acque Sestie, e i cimbri poi in una non minore, che si disputa se sull'Adige o sulla Toccia. La penisola nostra fu salva. I cimbri si dispersero e confusero tra i teutoni e i consanguinei settentrionali. Mario.

Pastori, pastorelle, soldati francesi inglesi, italiani inseguono verso l'alto parco i teutoni fugati in disordine. Ma un tripode stretto da fucili, baionette e tricolore fuma incenso e promette pace. Si svolge un corteo di vestali subito cancellato da un battaglione americano di cow-boys, e pellirosse marziali. Il popolino toscano non trattiene più la sua gratitudine per l'aiuto americano.

Si slanciano giù furiosamente i teutoni, con pelli di tigre, elmetti alati, tridenti e lance: Siam i re dei barbari In mezzo a loro Attila e la Germania in rosso sangue di bue col chiodo in testa. Risponde l'Italia cantando parole assurde sul tema: T'amo come il fulgor del creato Duetto dell'Italia e della Germania. Vicino a me una bambina dice: Guarda che occhiacci fa la Germania!

«Da questo Mario, da questo Arpinate d'infima condizione, da quest'uomo tenuto in Roma come ignobile, da questo candidato poco meno che dileggiato, sorse quel Mario che soggiogò l'Africa, che trascinò il re Giugurta avvinto al suo carro, che debellò le orde dei Teutoni e dei Cimbri che entrò ben due volte sul carro del trionfo in Roma che fu sette volte console e che da proscritto diventò promotore di proscrizioni.