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Mentre il capo conduttore dava ordini affinchè alcuni uomini andassero al villaggio a cercare mezzi di trasporto, per il trasbordo dei viaggiatori e della roba, e telegrafava alle stazioni vicine che la strada era ingombra, e che mandassero dei soccorsi, i viaggiatori curiosi vollero scendere per vedere il luogo del disastro.

Garibaldi non si mosse. Per un istante, peraltro, vagheggiò il pensiero di valicare l'Apennino. Si ritrae da un telegramma del La Cecilia al Montanelli, fatto lo stesso di 30, che dice: «Garibaldi parte domani per Lombardia. Occorrono domani vesti e armi per il primo corpo di volontari che parte per Lombardia». Il Notary, alla sua volta, ne avvisava il Guerrazzi: «Garibaldi vuol partire col primo treno per la via di Parma. Istruzioni subito. In Genova sono a sua disposizione denari e uomini, che lo raggiungeranno per terra». Silenzio assoluto da parte del Montanelli e del Guerrazzi per tutta la giornata: in quella seguente, non al La Cecilia, ma all'Isolani, il Montanelli telegrafava: «Farai sapere che domani» (primo di novembre) «nel Consiglio ci occuperemo dei provvedimenti richiesti per cooperare alla guerra d'indipendenza. Dio voglia che le notizie della Lombardia siano vere». L'Isolani, non sapendo come uscirne, ricorse al Guerrazzi. «Gli uomini di Garibaldi», son sue parole, «chiedono di essere armati ed equipaggiati a spese dello Stato, per marciare in Lombardia. Qual'è la volont

La stessa mattina de' 3 l'Isolani telegrafava al Guerrazzi: «Col secondo treno è partito per Firenze Garibaldi con i suoi uomini. Sommano a novanta. Sono armati. Petracchi ha consegnato loro i fucili». Il Notary, parecchie ore dopo, inviava questo telegramma al Montanelli: «Garibaldi pranza da te. Avvertilo che la sua consorte è partita con l'ultimo treno.

L'uomo invece... L'uomo?... Telegrafava ad un amico, per avere del danaro; il soggiorno di Parigi, anche quando ci si va per raccogliere un'eredit

Ora io, dico, i socialisti e i sobillatori quando mai enunziarono propositi diversi e più radicali di quelli enunziati dall'on. Crispi in Palermo nel 1886? In quanto al metodo per farli trionfare non può dimenticarsi che lo stesso on. Crispi pochi anni dopo, proprio alla vigilia del movimento dei Fasci, telegrafava di rivoluzione come un qualunque avventato sobillatore...

No, no, fu pronta a soggiungere vedendola fare uno sforzo, verrò a trovarti fra qualche giorno, ma il suo accento era così triste, che l'altra ruppe in pianto. Rimasero abbracciate, poi si separarono senza che la fanciulla le avesse confidato altro. La mattina sulle dieci Bice partì per Corticella, nel grande calesse con Rosa, mentre la contessa Ginevra telegrafava la triste notizia al dottore.

Clara Dolores non scriveva mai: telegrafava, per la citt

Matteo Cantasirena aveva paura che il Casalbara, leggendo qualcuno di quegli articoli, infuriandosi, perdesse la testa.... e mandasse le sue dimissioni da presidente della Cisalpina, e perciò telegrafava, continuava a telegrafare: gli avrebbe soppressa anche l'aria. E tutto questo da fare, tutta questa nuova e penosa sorveglianza, era affidata alla signora Laner.

Il ottobre, verso le cinque della sera, si telegrafava a Napoli: «Vittoria su tutta la linea» ed a quell'ora l'esercito borbonico ritiravasi precipitosamente dentro Capua, e parte gettavasi a traversare il Volturno. Tutti i nostri dell'esercito meridionale avevano fatto il loro dovere, con quel valore che distingueva i capi ed i militi a cui avevo l'onore di comandare.