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Vari diplomi dati in Fovea Cathone a 29 luglio e in Castris in lictore Brutzani a 5 e 6 agosto, perchè si mandassero a Brindisi e Cotrone quantunque grani, legumi, carni salate e macchine da guerra, ibid., fog. 189. Diploma in Castris in lictore Brutzani a 7 agosto.

Eppure, non posso e non voglio negare che i suoi elettori mandassero alla Camera un fior di galantuomo. Debbo anche aggiungere, per debito d'imparzialit

Ma due settimane dopo l'inaugurazione dell'anno accademico, giunse la risposta che Euripide era in ristampa. Pausa. Nuova richiesta. E nuova risposta: era stampato e tirato, ma non rilegato. Mandassero pure i fogli slegati. Nuovo e lungo silenzio. E forse prima d'Euripide arriver

E deliberava nella successiva tornata delli 11 gennaio che si mandassero al re di Persia sei bombarde grosse, dieci di mezza grandezza e trentasei minori. Erano le bombarde una specie di mortaio in forma di tromba, nella cui bocca poneasi in luogo di palla una gran pietra.

Cosiffatti costumi eran tali invero da eccitare il disprezzo e l'indignazione degli uomini di cuore e d'ingegno, che, nati nell'ordine privilegiato, aborrivano i privilegi, ed esposti a perdere tutto ove si mandassero ad atto le dottrine dell'uguaglianza, adoperavano pure con quanta autorit

La cosa finì con una gran lavata di capo del direttore, e dei parenti, sul brutto vizio di fumare, e non se ne parlò più. Ma da quel giorno Pierino pregava, pregava tutte le sere, tutte le mattine; pregava per ottenere il miracolo che le zie gli mandassero un po' di soldi e per ottenere la grazia di passar bene gli esami.

Dopo la partenza della sarta e della modista entrarono nella stanza di Silvio; si avvicinarono al letto; la signora Emilia gli parlò dei preparativi del lutto, e gli domandò se desiderava che mandassero il suo cappello dal cappellaio, perchè vi mettesse il velo crespo. Silvio guardò la suocera cogli occhi stupiditi, poi tutto d’un tratto le voltò le spalle e proruppe in uno scoppio di pianto.

Mentre il capo conduttore dava ordini affinchè alcuni uomini andassero al villaggio a cercare mezzi di trasporto, per il trasbordo dei viaggiatori e della roba, e telegrafava alle stazioni vicine che la strada era ingombra, e che mandassero dei soccorsi, i viaggiatori curiosi vollero scendere per vedere il luogo del disastro.

Di a tre o quattro giorni arrivava a Venezia Gasparo Rialdi. Arrivava da Pola insieme con qualche altro ufficiale di marina, sopra un piccolo legno, e dopo esser sfuggito non senza fatica agl'incrociatori austriaci. La gioia di trovar la patria libera, di poter combattere per una causa santa era amareggiata a quei generosi dal non esser riusciti a farsi seguire da tutta la flotta. Alle prime voci di rivoluzione, essi dicevano, s'era manifestato un vivo fermento negli equipaggi e in gran parte degli ufficiali ch'erano italiani di sangue e di pensieri. I più arditi, tra cui il Rialdi, sostenevano doversi salpar subito per Venezia, per partecipare alla lotta, se l'esito era ancora incerto, per recare al nuovo ordine di cose il sussidio d'una forza disciplinata, se la battaglia era vinta. Ma la maggioranza fu d'altro parere. Non bisognava precipitare, bisognava aver ragguagli più esatti; forse erano rumori sparsi ad arte; era impossibile che i compagni i quali si trovavano a Venezia non mandassero qualche avviso, che un Governo nazionale il quale per avventura si fosse stabilito col

Se il medico Mattei s'argomenta di venir qui a farle rammarico, la sbaglia di grosso. Il medico Mattei entrò nella camera. Egli era pallido, ma composto nei modi e in apparenza tranquillo, sebbene i suoi occhi mandassero lampi di malaugurio per i due signori che stavano presso il Vitali.