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Andiamo, andiamo, disse la piccola francese, sempre lieta quando le si offriva qualcosa d'inatteso e di nuovo. Un momento, rispose il principe, ed allontanatosi tornò in compagnia del Rosati, del Suardi e di due altri redattori della Stampa. Ora sono agli ordini delle signore.

Gli venne il desiderio di darsi per malato, di scrivere scusandosi, ma come faceva a disertare il suo posto quella sera appunto in cui doveva tutto vedere, tutto osservare per iscrivere uno di quei racconti brillanti nei quali mancavano soltanto l'ortografia e la sintassi, che il Suardi aveva cura di aggiungervi prima di mandarli in tipografia?

Anch'egli fu curato, ma il medico assicurava che le scottature non erano gravi, e attribuiva specialmente a una violenta commozione dell'animo lo stato di abbattimento in cui trovavasi il principe. Ma come si è sviluppato l'incendio? domandava la principessa con insistenza al Rosati e al Suardi, che andavano ogni momento fino nel salotto di don Pio a chieder notizie.

Se ci sentissero, riderebbero per bene alle nostre spalle, osservò il Suardi che passava per lo sguaiato e il cinico della redazione, ed era in fondo il più ingenuo e il più illuso fra i suoi colleghi.

Don Pio, scottandosi le mani, bruciandosi i capelli e il volto era riuscito a toglier la chiave di tasca, ad aprire la porta e a fuggire per il teatro chiedendo aiuto, gridando come un pazzo. Ma le fiamme, le fiamme alimentate dal vento, che penetrava dalla finestra spalancata, correvano anch'esse con marcia trionfale dal palco della Stampa su verso i palchi superiori, sul palco scenico, e prima che il Rosati, il Suardi e Adriana se ne fossero accorti, avevano gi

Il Rosati, Ubaldo, il Suardi, i suoi amici stessi evitavano di andarlo a visitare, perchè pareva che fosse noiato di vederli, e quell'uomo che per il passato non poteva stare un momento in casa, che in una giornata stancava due pariglie di cavalli, faceva cento cose diverse o si vedeva per tutto, ora non si moveva più di camera, e nelle lunghe serate invernali non aveva altra compagnia che quella della madre dormente, di donna Camilla, che lavorava in silenzio alle rozze coperte per i poveri, e dell'Onorati, che parlava per isfogare la sua loquacit

Fabio era mezzo sbalordito da quel pensiero e tutti se ne accorsero quella sera alla Stampa. Il Suardi specialmente, che tanto volentieri non gli dava requie, lo burlava, assicurandolo che non aveva mai scritto con più spropositi. Il principe, giungendo, udì i motteggi cui era fatto segno Fabio, e squadrandolo gli disse in tono sarcastico: Caro Rosati, lei fa troppi mestieri a questo mondo; si contenti di fare il cronista della Stampa, e avr

Allora fra cinque minuti che il teatro sia tutto illuminato, e senza informarsi d'altro, senza aggiungere altro risalì per raggiungere il resto della comitiva. Si può fare a mosca cieca per ammazzare il tempo, diceva il Suardi.

Il Leonardo fondò la scuola lombarda di pittura; il Gaudenzio Ferrario, il Luino, l'Oggionno, antistiti di quella scuola, fiorirono sotto il Moro. Bramante dispiegò per lui il suo straordinario ingegno architettonico, e lo trasfuse in Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino.

Una seconda estate era trascorsa e la principessa non si era mossa da Roma per assistere il proprio fratello, che, cadendo da cavallo, si era piuttosto gravemente ferito, e in quella estate ella si era fatta vedere così spesso fuori col Rosati, lo aveva così spesso ricevuto, che la ciarla che ella lo amasse dal palazzo Urbani era giunta nella redazione della Stampa e anche alle orecchie di Maria, la quale aveva risposto al Suardi, che la informava di quel fatto: Io non ci credo; la principessa è una santa donna!