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E mi duole che la tirannia dello spazio mi obblighi a tagliar corto alla scena. Ripeto: il vero romanzo era il passato, quel che serve di premessa alla narrazione attuale, la quale avrebbe dovuto esserne l'epilogo, la chiusa dolorosa e tremenda. Ma io non ho, appunto, voluto scriverlo, ed ho, appunto, voluto scrivere questo! potrebbe dire il Corradini. È nel suo diritto.

Avevano pure dovuto dirselo, o scriverlo... La Carmela era tutta mortificata. Infatti non se l'erano detto scritto. Volle narrare la storia di Galliate, ma quel vecchio signore, alla sua et

Grazie tante! Ma andiamo innanzi. Pensate un poco voi altri, di quanta efficacia sarebbe il mettere tutto questo contingente di appunti quotidiani a pro' del nostro consorzio, e scriverlo sul gran libro per ordine alfabetico. Non passa un anno, e la storia di una bella signora si trova l

Una volta il fare un libro pareva a tutti impresa eroica. Ci si pensava un anno almeno, prima di farlo; si impiegavano molti anni per scriverlo; e poi dopo lunghe incertezze e timori senza fine si osava lanciarlo sul mare tempestoso della pubblicit

Ma dirò l'indirizzo a voi, e voi lo metterete. «Ma all'atto di pronunciare così, davanti ad uno sconosciuto, quel nome tanto caro, di staccarmi da quelle lettere senza averle di mia mano dirette a lui, mille diffidenze mi sorsero in cuore; ed esclamai: « Oh se potessi scriverlo! «Lo straniero aperse il suo soprabito, trasse un portafogli, ne levò una matita e me la porse.

Eppure questo libro non poteva scriverlo. Avrebbe avuto bisogno di sei mesi di quiete, per dedicarsi ad esso solo, per lavorarvi con tutte le forze, senza occuparsi d'altro, senza pensiero del domani. Ed in questi sei mesi come si sarebbe vissuti? Morendo? Il padrone di casa doveva essere pagato, si doveva pranzare la mattina e cenare la sera; la madre spesso avea bisogno di medicine, di buon vino, di una serva che le togliesse dalle spalle il grosso delle faccende domestiche. Forse in quei sei mesi il pubblico avrebbe dimenticato il giovane autore, forse egli non avrebbe più trovato un editore, forse il libro non avrebbe trovato neppure un tipografo: come scrivere con la prospettiva della miseria, del freddo e della fame? Si ha un bel dire che le difficolt

Nessuno meglio di Voi potrebbe dire in qual modo sia nato inaspettatamente questo mio nuovo tenue volume. Chè, se mia fu la scelta del tèma, Vostro fu il merito, posto che il libro non accresca i miei torti verso le lettere, se mi venne fornita l'occasione di scriverlo. E quale occasione! La più solenne che amor proprio di autore potesse ambire. contento di avermi coi vostri insigni colleghi, i Curatori di codesta illustre Tayloriana Istituzione intesa a promuovere fra gli Inglesi lo studio delle lingue e delle letterature moderne, messo in condizione di ragionare per tre volte, innanzi ad un pubblico veramente eletto, intorno al sommo fra i nostri scrittori contemporanei, la vostra bont

Nello scriverlo, io naturalmente obbedii ai principî dell'alta letteratura, i quali si riassumono nell'esprimere il proprio sogno con la massima efficacia, considerando le immagini non gi

Non fu più possibile neppure il dubbio sulla persona a cui erano indirizzate: fin dalla seconda lettera il nome d'Alberto era scritto e ripetuto con una compiacenza raffinata, con una calligrafia migliore, quasi che su quel nome la mano inquieta si fosse arrestata per prolungare la dolcezza di scriverlo.

Vorreste farlo avere a Torino al Consolato Tedesco perchè lo mandi alla persona che deve riceverlo, e ch'io non so dove si trovi? «Così dicendo porgevo il prezioso piego. « Non ha indirizzo; osservò l'incognito; e la sua voce era così fioca e tremante, che pareva sul punto di svenire. «Quella faticosa salita lo aveva sfinito. « Non ho meco una matita per scriverlo.