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La carta era sottile, rasata; la calligrafia femminile, diceva; «mai, mai lo dimenticherò, mai! Esso è qui sulle mie labbra, più ancora che non sia nel mio cuore; perchè sulle labbra me lo hai messo tu e ribaciandole lo risentoIl rimanente era stracciato.

Oh la pace! Sai tu che pace abbisogni all'anima mia? Oh mamma, mi commosse la tua ingenua, bambinesca calligrafia! La pace! Non l'ho trovata nella febbrile fantasia dell'arte, nella stupida societ

Folco seguitò a leggere; poi sbadatamente gettò le lettere su quelle di Gioconda; volle riprenderle, separarle. I suoi sguardi caddero sulla calligrafia verticale, alta, precisa, e percorsero le prime linee: «Oggi alle tre vi attendo. Venite a questo primo convegno, ve ne supplico con tutta l'anima. Esso vi prover

Oh, a proposito, interruppe Gioconda, voi che lo chiamate sempre analfabeta, guardate qua, come sa scrivere bene.... Ah, è capace di fare la sua firma? esclamò Ariberto. E prese la lettera che Gioconda gli porgeva e la volse e la rivolse: una calligrafia verticale, alta, precisa come uno stampato; la calligrafia d'un uomo risoluto e tenace. Bene! seguitò Ariberto.

Un altro suo intrigo è la perquisizione che la polizia viene a farle in casa, per ordine del governatore di Madrid a cui ella, con lettera anonima e calligrafia alterata, avea dato la notizia che importanti documenti di una congiura politica si sarebbero trovati nel palazzo Albornoz.

Andò nello studio e, alterando un poco la calligrafia, fece una mezza dozzina di lettere amorose dirette a medesimo, le firmò Clorinda e le pose nella tasca interna del soprabito, che poi appese all'attaccapanni. Sulla fine del pranzo, disse a Celestina: Vedi un po' nella tasca interna del mio soprabito: ci devo avere dei sigari. Dove sta? Sta appeso nello studio.

Egli ha potuto far avere a me una di queste cartelle, scritta con una calligrafia quasi femminile, e piena di parole feroci contro quelli che chiama i suoi delatori. La cosa più noiosa durante gli otto giorni di processo erano le manette.

Nicla giudicò che si poteva leggere più tardi la narrazione d'altre consimili avventure, e aperse la terza lettera, dalla calligrafia aggrovigliata e rigida. Guardò la firma: F. Traldi. E spalancò gli occhi. La lettera diceva: «Gentile signorina.

Era invidia, era odio verso quelli che a lui parevano i privilegiati della fortuna e che egli avrebbe voluto schiacciare sotto ai suoi piedi. Una lettera da Milano! Una lettera listata di nero, con un acuto odore di patchouli e con la soprascritta in bella calligrafia: All'egregio signor ingegnere Roberto Arconti. Miniera di Valduria, in Romagna.

La posta le recava quel mattino tre lettere; di due conosceva la calligrafia.