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La risento nelle mie braccia come la prima volta in casa mia nel mio appartamento di Chiatamone 5 anni fa. Aveva un vestito leggerissimo, sembrava nuda. Io l'ubriacavo di poesia. In un attimo i miei baci travolsero ogni sua volont

BALIA. Per dirtela, mostacion mio di zucchero, tu sei in ogni gesto grazioso, in ogni modo suave e in ogni cosa garbato e gentile, e hai un certo grazioso modo di procedere, che me ne sono innamorata anch'io: e se ben son vecchia, pur tutta mi risento e ti vorrei aver sempre innanzi, e per trastularmi un'ora teco pagherei la vita, non che la robba.

Io stesso, non so perchè, sono da lui attratto, e fissandolo cesso d'esser burbero, perdo la naturale mia malinconia, e ne risento piacere: quasi, se non temessi d'esserne ripulso, lo abbraccerei! Che volete: è simpatia! Non so se l'occhio del perverso possa suscitarla coll'arte di fingere!

Lo invitai a spiegarmi quali potevano essere state le cagioni del male. So rispose che lei è una persona spregiudicata, e perciò ho preferito di consultarla invece del mio medico ordinario. Ho voluto fare un esperimento, sono riuscito, ma ne risento le cattive conseguenze. Non ritenterò più; intanto cerco di riparare i danni prodotti nel mio organismo dall'imprudenza commessa.

Il Sant'Angelo notò tosto tale cambiamento e impressionato ne la richiese de' motivi. Che hai, Loreta, stai male? Mi sembri turbata. , non so che cosa sia. Strada facendo, senza che me ne possa spiegare il motivo, fui assalita da un forte capogiro. Forse il sole.... Ma non è nulla. Ora non me ne risento affatto.

La carta era sottile, rasata; la calligrafia femminile, diceva; «mai, mai lo dimenticherò, mai! Esso è qui sulle mie labbra, più ancora che non sia nel mio cuore; perchè sulle labbra me lo hai messo tu e ribaciandole lo risentoIl rimanente era stracciato.

Il treno ripartì, le roccie sparirono, e la deliziosa valle del Guadalquivir, il giardino della Spagna, l'Eden degli Arabi, il paradiso dei pittori e dei poeti, la beata Andalusia si dischiuse ai miei occhi. Risento ancora il fremito di gioia fanciullesca col quale mi slanciai al finestrino, dicendo a me stesso: Godiamo!

La sera, dopo che vi ho lasciata, quando entro in casa, ancora tutto pieno della vostra immagine, rimango qui solo per delle ore, ripensando i nostri colloquii, e chiudo gli occhi e vi rivedo e risento la vostra voce, e respiro la fragranza che reco con me negli abiti dal vostro salotto. Oh! questa stanza vi conosce come una vecchia amica, sa il vostro nome, me l'ha inteso ripetere tante volte!

Non so se il duca Valentino fosse allora bello come lo dipinse Raffaello al ritorno di Francia in costume di gentiluomo francese, e quale nel divino ritratto posseduto dal principe Borghese a Roma è tuttora. Oggi dopo quasi vent'anni risento ancora la prima impressione del suo incontro, giacchè nel ritratto è vivo e vi guarda e pensa.

Parli troppo male l'italiano. Ad ogni modo niente paura, noi non siamo dei barbari come i tuoi fratelli. Esco sul balconcino e mi sporgo verso la folla che ormai è diventata enorme. Tutti urlano, gridano, agitano le braccia, tendono i pugni, si mordono le dita. Risento e rivedo nel cielo sfolgorante le tonde forme di nuvole d'oro massiccio irte di raggi della spaventosa Forza cosmica, la Vendetta.