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No. Non ch'io so crude in starte: e poi l'honore Suo fa che a macularlo: entro mi rodo L'altra: son certo: mancheriame il core Dinanti a lei qual sopra ogn'altra lodo: Che questo: è il primo strale: e il primo foco: Che in questa verde et

Poi comincio`: <<Tu vuo' ch'io rinovelli disperato dolor che 'l cor mi preme gia` pur pensando, pria ch'io ne favelli. Ma se le mie parole esser dien seme che frutti infamia al traditor ch'i' rodo, parlar e lagrimar vedrai insieme. Io non so chi tu se' ne' per che modo venuto se' qua giu`; ma fiorentino mi sembri veramente quand'io t'odo.

Va per la tua strada; la mia è un'altra. E agitando il bastone, come per aprirsi una via, mosse qualche passo. Io mi rodo del mio rimorso. Ho bisogno del tuo perdono, Ezio. Son io che ti ha ridotto in questo stato, io donna maledetta... Il modo con cui la donna pronunciò queste parole fu di una veemenza così dolorosa e sincera, che il cieco fu arrestato da un sospetto: Tu? che cosa hai fatto?

CAPITANO. En verdad, que este me parece loco. LAMPRIDIO. Discostatevi, ché non pigli alcuna pietra e ve la tiri. Non vedete gli occhi come sfavillano? giá li mali umori l'assaltano e lo cominciano a stimulare. TEODOSIO. Mi rodo di rabbia che non trovo una pietra per romper la testa a costui.

Di vane inquïetudini mi rodo, Se a me incessantemente non favelli, E ai vili penso, e d'abborrirli godo. Ottienmi ch'io perdonar sappia ai felli, Ed opri ognor secondo te, secondo L'orme de' miei più nobili fratelli. Gareggia cogli altr'Angioli che al mondo Offron nelle guidate anime forti D'ardue virtù spettacolo giocondo.

MARTEBELLONIO. Cala qua giú e pigliati cinquanta scudi. LECCARDO. Sali qua tu e pigliatene cento. MARTEBELLONIO. Cala qua giú, traditore, e pigliati mille scudi. LECCARDO. Sali qua tu, forfante, e pigliatene dumila. MARTEBELLONIO. O Dio, che tutto mi rodo per aver in man quel traditore! LECCARDO. O Dio, che tutto ardo per non poter castigar un matto!

Poi comincio`: <<Tu vuo' ch'io rinovelli disperato dolor che 'l cor mi preme gia` pur pensando, pria ch'io ne favelli. Ma se le mie parole esser dien seme che frutti infamia al traditor ch'i' rodo, parlar e lagrimar vedrai insieme. Io non so chi tu se' ne' per che modo venuto se' qua giu`; ma fiorentino mi sembri veramente quand'io t'odo.

FR. , ma non seguita che gli possa muovere in poco tempo: o portandogli sopra le terra verso la Schiavonia e verso la Tracia a man sinistra, ovvero dalla destra per l'Africa, ovvero passando a diritto il mare Ionio, l'Egeo sopra Corfù, e sopra la Morea, sopra le Ciclade, che guardano Rodo e Cipro, si posino alla riva del fiume Giordano. DIC. Perchè non può egli essere questo?