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Era lei, era Gina! La trovai, la rinvenni, non so come, nelle tenebre, tra gli sterpi, distesa per terra.... Gina! Lasciatemi morire! Sono io, sono Beppe! il tuo Beppe! Mi parve che udendo il mio nome, si addormentasse. La presi sulle spalle e lento lento, mentre il cuore e la testa non sapeva più dove fossero, raggiunsi, la mercè di Dio, la mia soglia. La adagiai sul letto, livido, estenuata.

Quando l'orchestra attaccò il valzer, raggiunsi Lidia, che l'aveva fissato con me. Dalla stretta istintiva del suo braccio, dal sorriso risplendente con cui la donna mi accolse, indovinai ch'ella pure soffriva, soffocava fra la folla. Andiamo via, dopo, ella pregò sottovoce. , , risposi. Sono stanco. Ti hanno presentata Angela Tintaro? Un momento fa. È stata molto gentile; piena di cortesie.

Due cose tosto mi colpirono quand'io raggiunsi nella sua camera Lidia, ch'era gi

Dalle colline discesi sulla riva del mare. Qui raggiunsi il cuoco, il Ranni e Luigi il calafato, che s'unirono a me e non mi lasciarono più fino ad Arzilla. Per un'ora trottammo sulla sabbia, deviando di tratto in tratto dal cammino diritto, per scansare la marea. In quel tempo il cuoco, che per la prima volta in tutto il viaggio poteva parlarmi liberamente, m'aprì il suo cuore.

Tutti i viaggiatori diedero in uno scoppio di risa, l'ovo andò giù, risi anch'io, raggiunsi la diligenza che partì subito, e ripreso ch'ebbi fiato, feci ai miei compagni di viaggio il racconto delle mie disgrazie, che li esilarò e gl'impietosì più che non avrei osato sperare dopo quella crudele risata sul mio strangolamento. Ma le mie disgrazie non eran finite.

Cosi` parlando il percosse un demonio de la sua scuriada, e disse: <<Via, ruffian! qui non son femmine da conio>>. I' mi raggiunsi con la scorta mia; poscia con pochi passi divenimmo la` 'v'uno scoglio de la ripa uscia. Assai leggeramente quel salimmo; e volti a destra su per la sua scheggia, da quelle cerchie etterne ci partimmo.

Rimaneva perciò un malessere tra me e Lidia, prodotto da quel velo steso sul mio passato, e bisognava rimediarvi, presto, sùbito, perchè non si prolungassero oltre i motivi a sospetti e a dubbi. Quella sera medesima, dopo cena, quando Lidia fu nella sua camera, io ve la raggiunsi.

« Ma quest'inverno il dolore cominciò a farsi insistente; al solo salire una scala la palpitazione mi soffocava. Lasciai che tu fossi partita per Milano, poi chiamai il medico. Egli mi prescrisse le solite pillole che prendevo sempre quando si ridestava il mio male; più tardi mi consigliò i bagni di mare. Fu allora che ti raggiunsi a Livorno. Ti ricordi che mi trovasti dimagrato e pallido, ed io ti dissi che soffrivo il caldo? Era la malattia che aveva gi

La raggiunsi, l'abbracciai, e ridemmo insieme di gran cuore. Ma il ghiaccio era rotto; ci avevamo detto in viso il pensiero nostro: non eravamo perfetti! Per quanti sforzi facesse, Nina non riusciva a correggersi; solo quando aveva peccato, pigliava una certa aria tra il dolente e lo scherzoso che la faceva più bella.

Mi inchinai sorridendo e in quattro salti raggiunsi gli altri nel vestibolo.