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Non voglio che tu soffra. Io sono tu. Le risposi ch'ero commosso; come non lo sarei stato? Ma che non soffrivo perchè sapevo bene quanto ero amato. Sentivo che la mia voce era alterata, mi forzavo a renderla naturale, non vi riuscivo. Soggiunsi che temevo per lei, temevo che soffrisse lei di questa scossa, proprio materialmente, nella salute. Oh no diss'ella. Mi sento assai bene. Bene davvero.

Volli avvicinarmi a te, ma il feticciere Goko mi tratteneva, insistendo perchè ti tagliassi tre ciuffi di cappelli e due unghie! Io ho ingiuriato quell'impostore! Tu, invece, ti sei prestato alle sue stregonerie. Soffrivo nel vederti attento mentre egli offriva delle banane agli spiriti, svegliandoli col fragore dei vasi di rame.

Centinaia di lucciole mi passarono davanti agli occhi. Egli mi domandò: "Vi sentite male?" con un tale accento che se avessi dubitato delle sue intenzioni me ne doveva rendere certa. Risposi che soffrivo da qualche tempo di capogiri, che li attribuivo alla mia vita troppo rinchiusa. Ardevo di chiedergli dei particolari su quelle signore, ma me ne guardai bene. Egli che aveva tanto desiderio di darmeli quanto io di saperli me li lasciò cadere dall'alto con preziosit

Se colui ha potuto dirmi: Mummia! riflettevo, significa che ha veduto in me qualcosa che gli ha richiamato la mummia alla memoria. Barlume di coscienza infantile, sparito presto e non rinnovatosi più. Non godevo e non soffrivo.

«No. Non soffrivo punto; ma avevo una gran pena a dirlo. Pareva che la sede della mia voce fosse scesa in fondo in fondo al petto; l'azione della gola era insufficiente per attingerla. Risposi una volta o due con accento fioco, poi la voce non venne più. Movevo le labbra ma non usciva nessun suono. Intorno dicevano: « Oh Dio! Oh Dio! perde la parola; non parla più; il veleno ha gi

Io.... io.... Il mio amore era tale, era di tale natura che, piuttosto che arrischiare di perderlo, soffrivo e tacevo, e non cercavo.... E finivi coll'abituarti anche all'idea di dividerlo con altri, alla peggio! Un amore selvaggio, osceno, un amore dei sensi, unicamente dei sensi, da bruti!.. Ma se non ce n'è altri! Tutto il resto è.... letteratura! Udendo dei passi. Bada! Entra GIULIETTA.

Un giorno, alla fine, per dissipare il tormentoso dubbio soffrivo assai ogni volta che esso, scacciato via, tornava a riaffacciarmisi nell'animo un giorno, vedendo che la mamma, deposto su le ginocchia il libro di lettura, chiusi gli occhi e abbandonata la testa indietro su la spalliera della poltrona, si era immersa nel dolce fantasticamento prodotto dalle sensazioni delle cose lette, la riscossi bruscamente: Mamma!...

Appunto in uno dei giorni in cui più forti soffrivo la molestia della stagione e la paura del mio ozio, mi rammentai d'un tratto che Laura Uglio abitava sul corso Alessandro Manzoni, e una viva curiosit

Mai non vorrei raccontar per disteso la sua storia dolorosa e forse non lo potrei neppure. Molte cose non intesi, ed ella soffriva tanto nel dirle che non osavo pregarla di ripeterle. Io stesso soffrivo e preferivo cento volte non intender tutto. Fino ai diciannove anni ell'aveva pensato che la sua imperfezione le togliesse di esser amata.

Io soffrivo una tortura senza nome. La smania di sapere mi torceva l'anima; le imagini fisiche mi esasperavano. Il rancore contro Giuliana diveniva più acre; e il ricordo delle volutt