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Sorrise a me, stese la mano a Beppe e, tirandolo a , gli disse: Dunque senti figliuolo, abbiamo, il dottore e io, abbiamo concertato qualcosa per te. Tu non puoi rimaner qui: hai bisogno di far vita nuova. Il dottore t'ha trovato un posto di guardiano presso alcuni suoi ricchi parenti nel bresciano. Tu lascierai qui i bimbi, Mansueta n'avr

Sentivano zufolare su per la scala, una voce d'uomo s'avvicinava canticchiando: M'hanno detto che Beppe va soldato, e che vi han vista pianger di nascosto.... Spuntò subitamente un giovanotto, con le mani in saccoccia e uno scartafaccio sotto l'ascella. Quando fu sul pianerottolo dette una occhiata alla donna e alla bambina e tirò innanzi, continuando: Far pianger begli occhi è gran peccato...

Vogliamo mettere il tovagliolo sulle ginocchia? I due piccini avevano fame più di me e più di Beppe. Come furono contenti quando li ebbi adagiati davanti a una minestra.... una minestra fatta per bene! Contenti e nel tempo stesso malinconici. Interrogavano tacitamente la immobile fisionomia del babbo. E la fisionomia del babbo era lugubre. Le parole di Don Luigi erano state inefficaci.

Il contino Leonardo risanò presto e Beppe Gualdi non ebbe a soffrire che pochi giorni di carcere per soprusi e violenze, condanna che scandalizzò molto, per la sua mitezza, la signora Chiaretta. Ecco a che punto siamo ridotti, ella sospirava con don Luigi. Un bifolco può metter le mani addosso a un patrizio veneto senz'andar incontro a nulla di peggio che a una settimana di prigione.

Come i falò che dovevano ad Argo annunziare il ritorno di Agamenone, dissi, e tosto arrossii della profana allusione. Il curato tacque e forse non intese. Tutt'intorno un silenzio profondo. Nella cucina Mansueta attendeva alle tranquille faccende della cena e faceva ripetere le orazioni ai bimbi di Beppe: le loro vocine mimmose, assonnate smozzicavano le frasi della preghiera.

E quell'uomo vive ancora? sclamai coll'impeto dei miei vent'anni. , e deve vivere, e saprete il perchè deve vivere, a meno che non scavalchiate le mie barricate. Ma per ora, si tratta d'altro; ho bisogno di un servizio da voi. Non potrei riposare se sapessi Beppe libero di stesso questa notte. Il curato, così parlando, aveva dato un nuovo scrollo al cordone del campanello. Baccio comparve.

Mi sollevò, mi pose alle labbra la fiaschetta del rhum, e in men che non si dica, mi ritrovai il Beppe di prima, vispo e sano di corpo e pronto a far non cinque ma venti leghe... quanto al resto... Il resto era di ritornare a casa, e al più presto possibile. Grazie, dissi al bel giovanotto; ella è proprio il figlio di suo padre, il figlio della Provvidenza! Oh! fa tardi, se si ritornasse laggiù?

Pur non si vide nessuno e poteva esser benissimo un'illusione dei sensi. Ma il momento buono era passato, e il timore d'essere scoperta ridonò alla Rosetta il suo sangue freddo. Anche Leonardo divenne subito più circospetto. Egli non aveva un'anima di leone, e non avrebbe voluto tirarsi addosso la collera di Beppe Gualdi, ch'era uomo capace di non guardare in faccia nemmeno a un'Eccellenza.

Si faceva tardi; mettemmo i cavalli al galoppo. A qualche miglia da Sulzena passammo innanzi ai carabinieri che menavano il Beppe. Lo chiamai per nome. Non intese. Camminava colle braccia ammanettate in croce sul petto, colla testa china, col fare stralunato di un uomo che ha l'animo fuori di questo mondo. Il dottore era tanto impaziente di raccontarci la sua storia quanto noi di ascoltarla.

E adesso, se quei ragazzi tornavano a vedersi, come impedire che si riavvicinassero, come impedire che la tresca ricominciasse?... Ah s'egli avesse potuto spedir la Rosetta all'altro capo del mondo?... Se avesse potuto sposarla fuori di paese?... Ma prima dello scandalo non c'era che da scegliere fra dieci a dodici partiti oltre a Beppe Gualdi: invece dopo quella sera fatale nessuno voleva più saperne.... Uno solo, forse, non aveva mutato idea, Menico il caffettiere.... Quel monello era innamorato cotto della Rosa e pareva sempre disposto a prendersela.... Ma come si fa?