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Uno astrologo Armeno, in Venezia, per insegnarmi la ricetta volle che io gli contassi cinquanta ducati di oro... Non ti credevamo avaro, Orazio. Se pretendi essere rimborsato, ti renderemo i ducati; ma fra noi ogni cosa dovrebbe essere comune... Oh, io non l'ho detto mica per questo! Uditemi, dunque, e imparate.

Mario Riassumi le tue idee, e dimmi con calma: da me tu che pretendi? Clelia Nulla pretendo. Io desidero, innanzi tutto, di convincerti che il mio bambino è tuo. Mario Non puoi convincermene. Clelia

Una posizione! ma che posizione vuoi farti? Tu non vuoi certamente che ti dia un incarico che non meriti, tu non pretendi che io metta alla porta uno de' miei impiegati per farti sedere al suo posto. Tu devi ben sapere che queste cose non si fanno, si possono fare checchè ne dicano i giornali d'opposizione. Ma! rispose l'altro, restando colla bocca aperta, e guardando il soffitto.

«E chi sei tu, che pretendi scrutinare i pensieri dell'uomo, e vuoi assumere la più portentosa qualit

M'accorgo che ti sta presente come quando lo ricopriva il lenzuolo inzuppato del suo sangue, e tu lo vedi come allora sfigurato e irrigidito... Ma che pretendi? Puoi tu far apparire gli estinti in queste caverne?... Che guardi?... Che ascolti? forse qualche spirito uscito dalle viscere della terra, non visibile a noi, qui s'aggira e ti parla?"

Ora poi sarei curioso di sapere ciò che pretendi fare di quella bestia, tu che non hai mai voluto saperne di cavalcare. Ah! rispose Milla, lieta del suo mistero. Non importa, lascia fare a me!... L'attaccherò alla giardiniera, e imparerò a guidare. Uhm! disse il Duca è troppo forte per la giardiniera, andrebbe meglio col phaèton. È ancora una buona cavalla.

E tu, miserabile, che pretendi, e chi accusi? E allora egli si ravvedeva e taceva, e da quella confusione salutare traeva nuova forza e nuovo coraggio per combattere, perseverare e soffrire.

Senti, io potrei dirti che vi è una mancanza di fiducia in quello che tu pretendi; una mancanza di fiducia molto dolorosa per me. Potrei dirti ancora che il segreto di quelle lettere non mi appartiene per intero.... Ma non importa: io ti dico, io ti ripeto soltanto che è per risparmiarti un dolore, per risparmiarne un altro a me, che io mi oppongo al tuo desiderio.

Oh! finiamola proruppe impazientito le tue parolone non mi spaventano e faresti meglio deporre quel gingillo che tieni in mano e non è fatto per te. Mi sembri un'attrice tragica da strapazzo. Orsù, che pretendi da me? Sono io forse il primo che dopo aver corso dietro, per qualche tempo a una bella ragazza, che tutti corteggiano, mette giudizio e ne sposa un'altra? Ho fatto male cangiar nome, ma di questo non devo renderne conto a te. Mi dicesti più volte esserti innamorata della mia persona, non del mio nome: che importa dunque mi chiamassi Gabriele o Diego? Infine ti ho io usata violenza? No... mi è bastato aprire le braccia, perchè tu vi ci gettassi. È inutile quindi che adesso ti atteggi a Dio vendicatore; questo non baster

C’è oggi, mi pare, una presenza che non ci opprime, come tu pretendi, ma ci soccorre, c’incoraggia, ci sollecita. Se quell’anima abita ancóra la casa, come tu credi, non può non compiangere questo stato continuo d’inquietudine, d’inimicizia, d’angoscia. Ho udito parlare della sua infinita bont