United States or Dominican Republic ? Vote for the TOP Country of the Week !


E questo fa che, mentre la maggior parte di esse non saprebbe accoppiarsi omogeneamente con alcun'altra, sicché fra l'astronomia, per esempio, e l'epigrafia, fra la numismatica e la retorica, non si saprebbero escogitare connubî se non mostruosi; essa la filologia, può invece unirsi benissimo con ciascuna di esse. È come un minimo comun divisore di tutte.

E non si guardava all’alto concetto di «una delle più profonde opere che in questi ultimi tempi fosse stata scritta in Italia»⁴¹¹. ⁴¹¹ Leo, Storia d’Italia nel medio evo, lib. X. c. Il Principe Gabriele Castello di Torremuzza dopo indagini pertinaci metteva fuori la sua Sicilia Numismatica e le monete delle isole adiacenti alla nostra.

E qui si chiude la prima delle classi in cui ho spartito la numismatica de' possedimenti de' Veneziani, rivolgendo ora le mie indagini alle monete da loro battute per le province che costituivano il Levante Veneto.

È noto come il primo [I[grosso veneziano]I], a cui dassi comunemente il nome di [I[matapane]I] (nome ch'io vorrei escluso da ogni libro di numismatica perché adottato soltanto in epoca tardissima dai numografi ma non ricorrente mai in documenti sincroni in memorie di zecca) fosse coniato sotto la ducea di Enrico Dandolo nel 1202, e si chiamasse allora [I[ducato]I], nome che poi passò alla prima moneta d'oro battuta nel 1283 sotto Giovanni Dandolo, e si ragguagliasse a denari piccoli 26, o secondo il Carli a soli 24, o a 2 soldi. Maestro Martino da Canale, storico veneziano del secolo XII, la cui [I[Chronique des Veniciens]I] redatta in antico francese si pubblicò nel vol. VIII dell'Archivio Storico Italiano, è il primo autore che ricordi la origine di questa bella moneta. [I[Messire Henric Dandle, li noble Dus de Venise, mande venir li charpentiers, et fist erraument apariller et faire chalandres et nes et galies a plante; et fist erraument faire mehailles d'argent por donner as maistres la sodee]I] (soldo, salario) [I[et ce que il deservoient, que les petites que il avoient]I] (intendi i denari o piccoli) [I[ne lor venoient enci

Imprendo a svolgere una materia che può dirsi rimasta finora una terra incognita ai più pazienti eruditi. Le monete de' possedimenti di Venezia, comeché ramo importantissimo della patria numismatica, cedettero d'ordinario il campo alle monete della metropoli, come per la storia di quella maravigliosa Repubblica andò quasi dimenticata la storia de' singoli paesi che le furon soggetti.

Parlando tuttavolta de' grossetti di Cattaro, e toccando necessariamente di quelli battuti col nome e colla imagine dei re di Rascia, troppo credo interessare la veneta numismatica il far un cenno, sia pur di volo, de' più antichi grossi coniati da que' re a somiglianza de' veneziani.

Troppo devierei però dallo scopo mio se per me si volesse soffermarmi tratto tratto a confutare tutti gli errori che si stamparono in fatto di numismatica veneziana. Il più degli autori che finora ne hanno trattato furono soverchiamente proclivi a ripetere ciò che s'era divulgato da chi li avea preceduti.

Fatta questa breve digressione che si lega intimamente colla numismatica albanese, e che illustra un passo di Dante con una terminazione del Maggior Consiglio di Venezia, riconduciamoci a parlare de' grossetti di Cattaro. Dopo il pezzo che ho più sopra descritto e che dal tipo e dalla forma de' caratteri, non men che dalla bont