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Ma il Melica, vecchio e sparuto com'era, minacciò di strozzare quel prepotente, se non la finiva. E lo scacciasse pure! Tanto, morir di fame qua o l

Perfino certi giovinotti, i quali poco tempo prima si sarebbero fatti ammazzare per la Cristina, la lasciavano malmenare adesso. Soltanto il vecchio Melica, sempre affezionato alle due migliori amiche della sua povera Giulia, rimbrottava la vecchia per la sua maldicenza. Ma il Melica era un eresiarca inasprito dalle disgrazie; glielo diceva sempre il fittabile, malcontento per certe osservazioni.

Ei se ne addiede, essendo in sospetto. A un tratto afferrò il Melica per un braccio, e con una voce che fece correre un brivido nelle vene degli astanti, gli chiese: Perchè mi guardate così! Preso alla sprovvista, il vecchio s'impapinò. Che ne sapeva lui, dedina! Che ne sapeva?... Oh bella! non era lecito guardare in faccia un cristiano? Ora si strozzano mormorò la Meroni con febbrile interesse.

E tutt'e due fissarono gli occhi sbigottiti nel vecchio Melica lungo e pallido come un fantasma, che passava di l

Brigida, mentre suo marito stava alla bottega, soleva discorrere con lei o le tagliuzzava foglie di verze, o le sbriciolava del pan di melica, invitandola a bere in una terrina bianca che pareva porcellana. Che dirò del sor Paolino? prima d'entrare si fermava dietro l'uscio chiamando chi-chi-chi; se fosse stata nelle nuvole, la povera bestia correva giù.

Improvvisamente, come sbucato di sotto terra, Pietro Rampoldi si trovò . Si fece silenzio. Neppure la Meroni osò ribattere l'insolenza del vecchio Melica. Pietro era irriconoscibile. Pareva più alto del vero, perchè le grosse spalle gli si erano come assottigliate, ed egli camminava diritto, un poco intirizzito, coi ginocchi rientrati.

La zia Carlotta disse che era il Probabilista, quello dai capelli lunghi, autore della «Melica Cantata Essenziale». Ma Adele sosteneva che era il Futurista, cantore del «Verbo della Magnifica Sterilit

la casa ove nacque, la villa deliziosa che il Verdi abita di preferenza nelle sue vacanze di estate, fanno parte della grossa borgata che si chiama Busseto. Ma se Busseto non ha l'onore di aver dato i natali al più energico ed affascinante maestro dell'Italia contemporanea, a maggior dritto può gloriarsi di aver fornita a lui la prima educazione musicale, di aver compreso ed ammirato il di lui genio nascente. La casa dove il Verdi nacque è discosta da Busseto circa tre miglia. Io l'ho visitata con profonda commozione. Figuratevi una specie di tugurio di pietre e di calce, quasi isolato in mezzo ad una fertile pianura seminata di melica e di canapa. Si comprende come un artista nato in quel luogo debba conservare per tutta la vita l'amore dell'isolamento. A pochi passi dall'umile casicciuola, dove oggi una buona massaia alla domenica vende il vino ai contadini delle vicinanze, si estolle una chiesa di bella e maestosa architettura. In quella chiesa, all'et