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Riportiamoci alla data del sei settembre. Al sorgere del mattino, tutti i forastieri venuti a Milano per assistere all'esperimento della pioggia artifiziale, ripartivano per diverse direzioni. L'aria era ingombra di palloni; le locomotive volanti si staccavano dalla terra come bolidi opachi, lanciandosi negli spazii. Una popolazione di oltre cinquecentomila viaggiatori salutava la citt

L'indugio del treno a mettersi in moto era per noi un vero supplizio. Speravamo che, lanciandosi nello spazio, folate d'aria sarebbero venute ad attutirci la sete e a rinfrescarci la faccia. Finalmente il treno si era mosso. La lentezza e le prime fermate ci fecero capire ch'eravamo attaccati a un treno omnibus.

Così fu contento anche messer Aginaldo. E si separarono. Primo a mettere il piede sul ponte di Rupemala fu Ugo. Aveva tanto osato e tanto ottenuto in quel giorno, che per ambizione audace, tentava di cancellarsi dalla mente la memoria del padre e della madre, lanciandosi colla fantasìa in un combattimento vittorioso, per fare tutta sua la gloria dell'impresa. Quei fantasmi gli rubavano!

Gettano sull'erba dei fazzoletti e poi lanciandosi a corsa sfrenata li raccolgono curvandosi da un lato senza rallentare minimamente l'andamento del cavallo. Gettano in aria delle uova correndo e le colpiscono col fucile prima che ricadano. Il colpo cosidetto di Guglielmo Tell, di levare un piccolo oggetto dalla testa di uno con una revolverata, è per loro un vero giuocattolo. Solamente questa grande famigliarit

Il marchese si fece sulla via incontro agli sposi e alla comitiva, chiedendo i suoi diritti, i suoi diritti... «Che diritti? gridò il giovane stizzito; quelli forse d'andarti all'inferno?» E lanciandosi contro il marchese coi pugni stretti, gli diede un punzone così forte nel petto, che il povero diavolo andò ruzzoloni e precipitò in un borro, tutto rovi e sassi, sfracellato morto, che non ebbe il tempo a dire amen!

Così parlando, il sarcastico vecchietto sovrappose al proprio volto una maschera-guttaperca al sembiante del drammaturgo Scalvoni, e lanciandosi destramente nell'atrio, si fece largo tra la folla plaudente fino alla volante che lo attendeva sulla piazza. Lasciamo che egli se ne vada pe' fatti suoi, e poniamoci sulle orme di altri personaggi più meritevoli e simpatici. Il chiodo fantastico.

La fede del vecchio prete aveva ancora la freschezza delle prime albe, quando lo spirito lanciandosi a volo pei nuovi cieli aperti dalla resurrezione di Cristo, aveva lungamente gridato di amore dietro il suo fantasma radioso, del quale non rimanevano sulla terra che una croce e pochi discepoli a proclamare la vittoria sulla morte. Nullameno, dopo molti secoli, l'anima umana tornava a dubitare della propria redenzione, senza trovare in stessa un altro maggiore concetto, entro cui raccogliersi nuovamente con Dio. Tutta la critica accampata ora, come nel secolo di Augusto, oltre i confini delle filosofie e delle religioni, sembrava un'altra volta pronta a retrocedere dinanzi al mistero. Se allora nessuna fola pagana poteva più essere ripetuta in un circolo di persone colte senza eccitarvi le beffe, noi pensiamo oggi con eguale sorriso agli effetti, che produrrebbe sugli abitanti di Marte un cristiano annunciando che il loro Dio, duemila anni or sono, discese a morire sulla terra per salvarvi dal peccato i discendenti del primo uomo. I cieli, che narravano la gloria Dio, ne velano adesso il segreto con una folla di mondi così immensi, che il nostro piccolo globo non vi ha più importanza di un granello di sabbia nel deserto o di un riflesso di luce sul mare. Ma il pensiero umano, sperduto col proprio pianeta nell'infinito, sente che tutto vi naviga ad una meta misteriosa, e il medesimo soffio, che incendia gli astri come fari, dirige le migrazioni delle comete, attraverso i grandi oceani di stelle, per la serenit

Ma ad un tratto lanciandosi giù si appese colle mani al batacchio come un appiccato ed ora, su e giù, su e giù, buttando in alto le gambe; e le mani gli sanguinano lacerate, e finalmente suona, suona, suona. Dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan dan. Il parroco è sotto, pallido, con braccia cadute, le mani aperte la veste tutta infangata.

Chi poteva prevedere un tal impeto di vita? Dalle fauci del gigante elettrizzato proruppe un muggito spaventoso. L'immane corpo si sollevò, atterrò con un calcio poderoso l'enorme banco sul quale stava adagiato, e lanciandosi colla violenza di un toro inferocito verso la porta di uscita, si diede a percorrere la via, sorpassando ogni barriera.