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Qual sul tepido Autunno Orso velloso Le rozze branche e i rozzi piè fatica, E dolci frutti depredar bramoso, Su l'alto vien di bella pianta antica, Ed ivi ingordo tra le frondi ascoso Empie le fauci, e 'l ventre ampio nutrica; Spezzansi i rami finalmente, ei cade: Rimbombo dan le rusticane strade;

Ritta nel sole, colle man sul fronte a schermo, guardi se un ruscello appaia, se qualche roccia della rea petraia pianga per una sua cerula fonte. Nulla: non trovi nulla, fuor che sassi, polvere, ortiche, calcinacci. E rabbia d’arsura, quasi che rovente sabbia colle contratte fauci respirassi. Dio mio che sete!... Asciugheresti i fiumi. Ma non v’è nube in ciel, ma non v’è filo d’acqua fra pietre.

Oh non sai tu, che, se non era il pensiero della mia bella cugina, io questa sera ne sposavo una, senza tanti preamboli? Ti ringrazio per lei della tua buona intenzione, rispose, spalancando le fauci e tendendo le braccia, il buon mandarino, e ti ringrazio per me, se non sei costretto a sbadigliare, come io faccio in questo punto per la millesima volta.

Avvicinarsi alla belva capricciosa e feroce, fissarla in faccia, domarla, affascinarla, schiaffeggiarla ed accarezzarla, trastullarsi colle sue zampe e cacciar la testa nelle sue fauci senza esser morso, tutti questi atti possono esser chiamati vittorie. Sardou ha fatto ciò col pubblico parigino, e se la belva lo graffiò in qualche circostanza, non lo morse ancora.

Ma per non allontanarmi dal ramarro del padre Anacleto, vi dirò che il saurio innocente se ne stava lassù, guatando il passeggero e ansando con le fauci semiaperte. Parve al priore di essere canzonato da quella graziosa bestiuola? Od era forse più vero che in quel momento non volesse veder nessuno, uomo, bestia?

Con siffatte riflessioni capitai all'osteria. Bruciavo dal desiderio di risapere gli eventi, di consolare le fauci riarse con un bicchier di vino e lo stomaco vuoto con qualche vivanda. Quivi, pensai, piglierò in un favo il maggiore e Mingon a cena. Entrai, chiamai, picchiai e corsi la casa di dentro e di fuori. Deserto! ospiti, oste, creatura viva. Bene, dissi, l'oste se ne sar

In una circostanza, in cui medicavasi la ferita di Marzia, e si dovevano scoprirle le spalle, un ahi! dolentissimo sgorgò dalle fauci della contessa, la quale svenne, e per un pezzo si credette passata all'altra vita. Marzia ne fu disperata, e molto lottarono Lina e le signore che gentilmente l'assistevano, poichè a tutta forza essa voleva scendere da letto per soccorrere Virginia.

L’animale caparbio non voleva abbassare la fronte, anzi non faceva che scuotere il capo con un muggito lamentoso, torcere il collo, aprire le fauci, quasi tentasse di leccarsi con la nera lingua le ferite. Allora, velocemente, Bombita prese la mira, scattò, colpì. Questa volta la spada rimase confitta, ma solo a mezza lama, e nei sobbalzi del toro l’elsa tentennava.

PANURGO. Ignoro per qual infausto numine gli venne nelle fauci un'angina e nella bocca quello apostèma, onde gli ha corrotto il fiato e toltogli la facoltá di poter ben alloquere. GERASTO. Facciamogli tagliar quello apostèma, che qui in Napoli abbiamo valenti uomini che lo san fare. MORFEO. Non è ma... matura, è acerba. Il vostro naso in... inco... inco... incomincia a sentir la puzza.

Provò un impulso.... quello di destare ancora, tutti con un grido d'allarme: al ladro. Ma si trattenne, con uno sforzo violento che gli fece provare come un senso di stringimento alle fauci.... Ah Cris.... Ma non potè finir quella parola... neppur quella...