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Distribuite le forze nazionali in tre divisioni, esse presero il nome d'Esercito meridionale, che mosse verso l'oriente per compiere l'assunta missione emancipatrice.

Poco parer potea li` del di fori; ma, per quel poco, vedea io le stelle di lor solere e piu` chiare e maggiori. Si` ruminando e si` mirando in quelle, mi prese il sonno; il sonno che sovente, anzi che 'l fatto sia, sa le novelle. Ne l'ora, credo, che de l'oriente, prima raggio` nel monte Citerea, che di foco d'amor par sempre ardente,

Qual felice fia per l'Orïente Alma, o paga degli uman desiri, Che per invidia non divenga ardente, Quando alle tue grandezze ella rimiri? Tu su le voglie d'Ottoman possente ch'ubbidisca del tuo guardo ai giri? che cangi color per tuoi sembianti? che venga di ghiaccio a te davanti?

Sorse alfine; e de l'ombre impazïente Gli opposti vetri a le fresche aure aperse. Taceva anco la notte, e rade e lente Fuggían contro al mattin le stelle avverse; Un zeffiro gentil da l'orïente Le vaghe ali movea di brine asperse, E ad ogni fior de le ben culte aiuole Dolci olezzi traea, dolci parole.

L'oriente si tingeva dell'incarnato e dell'arancio dell'aurora: era un cantuccio di luminosa accensione nel cielo limpido, d'un azzurro argentato, sotto alla cui volta si disegnavano netti, tutti in giro, i contorni bruni dei monti. Per la campagna fresca, luccicante dalla guazza, esalante acri profumi di stoppie umide nelle quali dormivano la masse nere dei boschetti, e de' gruppi d'alberi, e le casette biancicanti tra 'l verde delle vigne come macchie di calce intrisa, una pace, una tranquillit

Se la vita è un mar simbolico, E se noi siam naviganti; Se quaggiù bonaccie e turbini Voglion dir sorrisi e pianti, O miei buoni, questa gente, Che non sa dov'è l'oriente, Questi miseri sparuti Sono naufraghi perduti!...

Poco parer potea li` del di fori; ma, per quel poco, vedea io le stelle di lor solere e piu` chiare e maggiori. Si` ruminando e si` mirando in quelle, mi prese il sonno; il sonno che sovente, anzi che 'l fatto sia, sa le novelle. Ne l'ora, credo, che de l'oriente, prima raggio` nel monte Citerea, che di foco d'amor par sempre ardente,

Allora, stanco anch'io Dei furbi e dei cretini, Mi sentirò il desìo, Il santo ardor di più vasti confini! Stringerò nella mano Un nodoso bastone, E me ne andrò lontano Un balsamo a cercar, l'oblivïone... Andrò verso l'Oriente, Col sole sulla fronte, Guardando avidamente La linea circolar dell'orizzonte. E bacierò le siepi E i fiori per la via, E cercherò i presèpi Ove deporre la stanchezza mia.

Lo bel pianeto che d'amar conforta faceva tutto rider l'oriente, velando i Pesci ch'erano in sua scorta. I' mi volsi a man destra, e puosi mente a l'altro polo, e vidi quattro stelle non viste mai fuor ch'a la prima gente. Goder pareva 'l ciel di lor fiammelle: oh settentrional vedovo sito, poi che privato se' di mirar quelle!

La religione poi, simile, come vedemmo, nell'origine e nella genealogia degli dèi alla greca, si accomunò ora interamente con essa; e perché i greci l'avean giá accomunata a tutto l'Oriente, ed ella non trovava nell'Occidente numi e culti molto diversi, ella diventò, senza difficoltá, universale nel mondo romano.