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Oh! quell'orologio ne aveva pur visto di belle! Da solo aveva girato il mondo più che tutti i presenti insieme. Nella genealogia de' suoi possessori pap

È una cosa fantastica l'onore: di parentado e di genealogia si ride il mondo c'ha filosofia. Voi siete pien d'antichi pregiudizi, alle commedie nuove andate mai, i romanzi novei, pien d'artifizi dotti, leggete, che insegnano assai. Certe antiche virtudi ora son vizi, e non importa un fil di paglia omai l'esser figliuol di dama o di puttana, come un nuovo romanzo oggi ci spiana.

Ma, continua Giuliano insistendo sulla differenza esistente fra Cristiani ed Ebrei, i Cristiani riconoscono di esser diversi degli Ebrei contemporanei, ma affermano di essere rigorosamente Ebrei secondo i precetti posti dai profeti e secondo quelli di Mosè. E Giuliano entra in una discussione che dimostra la conoscenza esatta e minuta ch’egli aveva della letteratura ebraica. Egli afferma, con la testimonianza dei testi, che Mosè non poteva predire la venuta del dio Gesù, dal momento che assolutamente non ammetteva che un solo ed indivisibile Dio. Egli ha parlato di profeti, di angeli, di re, giammai di un dio che discendesse in terra. Giuliano coglie in contraddizione i Cristiani perchè, onde andar d’accordo con Mosè, fanno discendere Gesù da Davide e, insieme, lo fanno concepito dallo Spirito Santo. Perciò essi hanno inventata la genealogia davidica di Giuseppe, ma non seppero far concordare i due Vangeli che la presentano. Che se poi i Cristiani pretendessero di credere anch’essi in un solo Dio, cadrebbero nella più aperta contraddizione col testo del Vangelo di Giovanni, che da nessun’arte d’interpretazione potr

FR. Lo dimostrano a bastanza le cose che vanno innanzi e quelle che seguitano. Imperocchè lo trovò separato da' suoi che andava co' buoi, e mostrògli lo splendore insolito a lui, e con grazia lo fece maravigliare di lei, fingendosi mortale, ed avendogli per molte ambagi narrata la sua genealogia, al fine lo tirò agli amorosi piaceri.

A dirti il vero non lo so bene ancora; ma credo non debba essere gran cosa perchè mi pare di aver udito, non ridere! che sia un portinaio. Un portinaio! sclamò il Sappia, balzando in piedi come preso da vero spavento. Tu conte O'Stiary, discendente... Bene lascia stare la genealogia!... Vestito da un sarto portinaio come un diurnista del Municipio? Ma è un tradimento, un disonore, un abbominio!

Per l'onor tuo intanto e pel mio e per quello della patria nostra, ti scongiuro ad usar bene del tempo. Però bell'e finito mandami presto quell'idillio in cui introduci Menalca e Melibeo a cantare tuttaquanta, alla distesa, la genealogia di Agamennone miceneo. La via della gloria ti sta aperta. Addio. Il tuo |Grisostomo|.

Ho sbagliato: dovevo dire la Nonna poesia: quella in cuffia, colla tabacchiera e il mazzo dei tarocchi sul tavolo: è titolata, sfoggia genealogia e stemmi, e nulla fa di bene se non ha le rose dell'aurora, le polite pieghe del peplo, le note della lira, il profumo dell'olimpo: cinguetta coi poeti e i professoroni ufficiali, è pettegola e si liscia.

ARTEMONA. Tu sei troppo savio. Ne son teco, di questo. A dire il vero, io truovo un gran piacere nel mangiare e nel ber ben. PILASTRINO. Perché tu hai cervello. Uno ignorante non sappria parlarne. Questo è l'amor divino che i dottori dicon ch'è cosí santo. ARTEMONA. Di', di grazia: ché, se fosse cosí, vorrei provare a fargli qualche voto. PILASTRINO. Vorrei dirti prima l'antica sua genealogia.

Vicinguerra verso il 1310 tornato a Pistoia ricchissimo, vi fece edificare quel grandioso palazzo che ancor vi si vede: quindi, le ville di Castelnuovo, di Montebuono, di Cafaggio, di Castel-Martini, e la magnifica della Magia; tutte nel circondario pistoiese. Morì nel 1322. Genealogia e Storia della famiglia Panciatichi, descritta da Luigi Passerini.

La religione poi, simile, come vedemmo, nell'origine e nella genealogia degli dèi alla greca, si accomunò ora interamente con essa; e perché i greci l'avean giá accomunata a tutto l'Oriente, ed ella non trovava nell'Occidente numi e culti molto diversi, ella diventò, senza difficoltá, universale nel mondo romano.