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Questo ho pensato, quando ho risaputa la storia di Mario, un piccolo. Il quale cominciò per essere molto felice, perchè era stupido; a diciott'anni conosceva poco o nulla e la madre se ne doleva molto, avendo molto sperato in quell'unico figliuolo. Mario non voleva studiare, non amava per nulla il lavoro; amava solo sua madre. Pure venne il suo giorno, quel giorno che giunge per tutti, il perno dell'esistenza, il punto culminante della vita: non so come, capitò nelle mani del giovanetto un grosso volume illustrato: erano le opere di Shakespeare. Mario a cui non piaceva la lettura, ebbe vaghezza di vederne le illustrazioni; s'interessò alle scene principali che rappresentavano; poi le ricercò nell'azione, alla loro pagina; poi lesse tutto, tutto. Dal mattino all'imbrunire, nel tramonto, nella sera, nella notte, pallido, curvo sul libro, con gli occhi ardenti, le mani tremanti nel rivoltarne le pagine, egli fece suo il mondo del grande inglese. La piet

Scartato dalla nuova commissione per la difesa delle mura, dimenticato nella nomina del nuovo segretario dei Dieci della Guerra e che fu certo Tarugi, un ignoto rimasto ignoto, mentre egli si era illustrato nel medesimo ufficio, non protestò.

Cose da vignette di giornale illustrato. In capo a dieci giorni avevo consumato tre vestiti. O gi

La mamma non pareva la mamma di un figlio che si trascurava negli abiti fino all'indecenza. La guardavo e pensavo alla castellana. Alla signora alta, coi capelli bipartiti come una Madonna, con la faccia signorilmente lunga, con l'abito nero giù a piombo, illuminato intorno al collo dal pizzo antico e illustrato al seno da una nidiata di solitari sepolti nelle trine.

A voi, caduti alle falde del Tifate, o miei giovani e prodi compagni, io consacro queste mie ultime righe, sulla ultima nostra battaglia, nella brillante epopea del 60, che voi avete illustrato colla vostra bravura e col vostro sangue. Voi, finalmente, dopo dieci vittorie, gli sbaragliaste quegli avanzi dell'esercito borbonico, l

E di su 'l davanzale della finestra, tra un vaso di menta e i fascicoli d'un romanzo illustrato, il gatto di casa, che aveva trovato il suo posticino al sole, la contemplava, ammiccando. Un'afa sciroccale pesava sul cortile silenzioso: le ore d'un torrido pomeriggio scorrevano lente. Improvvisamente suonò, breve, una voce.

Maggior gloria di Dio!". Udite sacrilegio da impurissima bocca: Gloria a Dio! Come se l'Onnipossente, l'Eterno, l'Infinito potesse essere illustrato, glorificato da quella razza di vermi! Agli stolti l'ignoranza e la miseria, per la maggior gloria di Dio; ai preti la crapula, ricchezze e lussuria, sempre per la maggiore gloria di Dio!

Il signor Daniele pareva avesse il presentimento d'una grande disgrazia. Ma il figliuolo entrò diritto nel caffè, e lui, par non lasciarlo solo, gli tenne dietro sospirando. Un punch frappè! Molto frappè! Giacomino allungò le braccia, tirò fuori i polsini dalle maniche, accese una sigaretta e domandò lo Sport illustrato e il Figaro. Il babbo lo contemplava estatico.

Costantino Lazzari consolava i suoi ozii forzati nel silenzio, nella lettura, nel disegno. Taceva per delle ore, leggeva volumi ponderosi senza sbadigliare, rileggeva i Promessi Sposi con piacere, la Vita di Benvenuto Cellini direi quasi con entusiasmo e il Sant'Ambrogio di Romussi, superbamente illustrato, con ammirazione, e disegnava, disegnava sempre.

Avevo imparato a conoscerla in un vecchio volume illustrato da uno di quelli artisti che con lo Stoddart e col William Blake furono i precursori di tutto l'idealismo letterario della pittura inglese.