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Era il deposito delle suppellettili più importanti e degli arredi sacri di maggior valore, il capharnaum della chiesa. Il baldacchino rosso a ricami e frangie d'oro, sorretto dalle sue quattro aste collocate in altrettanti vasi di pietra, occupava, con una posa obliqua che rammentava un ubriaco, il mezzo dello stanzone.

La stanza da letto della marchesa era tutta color albicocco. Il letto, in legno bianco e oro, aveva delle tende ampissime dello stesso colore a frangie d'argento e oro, foderate di raso bianco. I mobili, pure in bianco e oro, erano elegantissimi di forma, ma pesanti e pure di color albicocco, tranne la poltrona su cui era seduta la marchesa, ch'era di damasco bianco.

Per tutta la stanza, alle pareti, alti stipiti in ebano: quattro scaffali, pure in ebano, di un lavoro squisito, con intagli di graziose figure, di fiori, di frutta, di colonnette: alcuni divani in raso nero, con filettature, nappe e frangie d'oro: su i tavolini, bronzi: il Mercurio di Gian Bologna, che stava bene; la Venere Callipige; varie piccole terre cotte di molto e molto valore.

La finestra del terrazzino era aperta, si vedevano passare pel vano le teste delle cameriere in faccende. La brezza entrava curiosa, molle, agitando le vecchie frangie degli addobbi della finestra, enfiando, come fossero lembi di vele, i tessuti leggeri dei cortinaggi, le bianche cortine del letto. Drollino si fece calmo.

Le poltrone larghe di forma farebbero ora arrestare l'occhio di un conoscitore sulle loro linee graziose, curvate nel buon stile, massiccie e insieme leggiere; allora, coperte di raso, invitavano ad adagiarvisi. Le tende della stessa stoffa della tappezzeria cadevano riccamente in magnifiche pieghe e frammischiavano per terra le loro frangie d'argento alle morbide lane del tappeto.

In mezzo al tempietto avanti all'ara maggiore avevano collocato il cenotafio, su cui pendeva un tappeto di velluto nero a frangie di oro ricamato dalle mani di Rosina e di Esmeralda; ai lati del monumento leggevansi queste patetiche e brevi iscrizioni: AD ANGIOLINA BELLA SVENTURATA IN TERRA ESEMPIO DI AFFLITTA VIRTU' PACE PACE PACE

Questi vanti erano portati colle usate frangie ai Grigioni, i quali, fattone un capo grosso che mai il maggiore, molta gente inquisirono, senza però scoprire alcuno in colpa: e il cardinale tennero in memoria d'uomo fazioso e brigante.

Il popolo, naturalmente, parlando di quello ch'ella sa, faceva le frangie: diceva del greco, dell'arabo, del sanscrito, dell'astronomia, della matematica. Ma è vero che discorreva argutamente di cose lontanissime da ogni consuetudine di studi femminili, e non con quel parlar vago e spicciativo che è proprio di chi non sa altro che titoli e nomi.

E se il nostro buon amico, mezzo poeta e mezzo pittore, colle frangie del violoncello, dovesse vivere a lungo, cosa problematica, noi potremmo giurare che egli farebbe i medesimi sogni, usque ad secula seculorum, amen. Era notorio, in quell'epoca, siccome il cappellano Don Barnaba Pancetti, saputo alcunchè intorno ai sogni di Alfredo, facesse delle brutte smorfie, nel sospetto che si trattasse di gravissime colpe sulla di lui coscienza. Si aggiungeva poi dalla cronaca, come lo stesso Don Barnaba, mentre Alfredo era diventato molto ricco, tentasse di intervenire per la pace dell'anima sua. Ma sentendosi dire da Alfredo, che la propria coscienza la sentiva perfettamente libera da ogni peso, il Reverendo, sebbene di poca voglia, rinunciava al progetto e conchiudeva sentenziando: Sar

Che cosa son que' cappellin? que' ciuffi? que' pennacchin? gridava rosso in faccia. A che vi servon le frangie, i camuffi? Di farmi impoverir qui si procaccia; cervelli bugi, frasche, fumo e vento, vi diserederò nel testamento. Essi, che questa cosa pur temeano, ma il bel costume non volean lasciarlo, merci a credenza e danari toglieano, dicendo: Pagheremo al sotterrarlo.