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Ma la «Lega della Democrazia» ebbe breve vita. Il radicalismo era insidiato da due lati; dal fascino che conservava l'idea repubblicana verso la quale le delusioni amare che si ebbero dal passaggio del potere alla Sinistra storica risospingevano molti; e, dalla parte opposta, dalla conversione di molti tipiche quelle di Giosuè Carducci e di A. Fortis alla monarchia, reputata necessaria al consolidamento delle libert

Avendo fatta istanza i padri domenicani, venuti dalla Persia, a voler conferire con me Pietro Fortis, alcuni particolari da portarsi alla notizia di Vostra Serenit

Conosco quasi tutti i reporters al nostro processo. Il più vecchio è probabilmente Leopoldo Bignami, qui per la Stampa di Torino. Quando scriveva per il Pungolo di Leone Fortis era fegatoso e io lo chiamavo un latrinista della penna. Adesso mi pare si sia modificato. Non voglio offendere nessuno. Ma credo che il più illustre tra loro sia l'A. G. Bianchi, del Corriere della Sera. Da semplice reporter di fatti cittadini è diventato uno dei più distinti scrittori di criminologia. Tra i molti suoi libri, conosco il Mondo criminale italiano, scritto con Ferrero e Sighele, e il Romanzo di un delinquente nato. Pochi possono aspirare al suo avvenire. La bont

All'annunzio di tanta scoperta tutti richiesero quale fosse la dottrina di Alessandro Fortis, la modestia del quale venne offesa specialmente perchè egli non ricordò di averne formulata mai alcuna sua propria, e che se per sua dottrina volevano prendersi gli accenni simpatici al socialismo di stato, fatti in momenti di espansione a Bologna o altrove, non potevasi e non dovevasi sospettare che tali accenni costituissero la sua dottrina, poichè egli si era affrettato a ripudiarli coi discorsi alla Camera e specialmente coi voti dati, coi fatti.

Per comando delle Eccellenze Vostre trasferitomi io Pietro Fortis, dragomanno pubblico, nel convento dei santi Giovanni e Paolo, dove si attrovano li padri domenicani venuti di Persia, nominati Maria di san Giovanni, e Antonio di san Nazaro, parlando in turco, ai quali dissi di aver le Eccellenze Vostre inteso il loro arrivo in questa citt

Sigillo SULTAN HUSEIM Monarca universale figlio di Suleiman. Questa traduzione è del dragomanno Fortis; l'originale ed il sigillo, fotografati, stanno a pag. 1 e 55 della presente memoria. 1697, 15 marzo, in Pregadì. Al re di Persia.

La maggior parte dei deputati e dei senatori, che ne facevano parte tra i quali l'on. Fortis, che a tempo perso si proclama socialista di Stato si mostrarono decisamente avversi ad accettare quella corrente nuova (che fa capo a Menger in Austria, che in Italia è rappresentata degnamente da Gianturco, Nitti, Salvioli, Cogliolo, ecc.) la quale mira ad innestare il contenuto socialista nel Codice Civile, modificando il concetto quiritario della propriet

Ergo infantillum villano tradidit uni, mox abiit tacitus nec post apparuit unquam. Nescitur, fateor, qui sit, verum alta gaiardi forcia si Baldi, si animi prudentia, si frons gentilesca alacris, si tandem forma notatur, non nisi fortis erat, prudens, gentilis et acer formosusque pater, licet huic sors aspra fuisset, namque bonum semper fructum bona parturit arbor.

E collo stesso on. Di San Giuliano, che fu seguito dagli on. Comandini e Ferrari contro il parere degli on. Saporito, Fortis e Damiani mi trovo pienamente di accordo nel ritenere che ai mali della Sicilia si deve porre riparo con leggi speciali, ricorrendo ai veri criterî sperimentali. Non bisogna affidarsi alla uniformit