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Gli stessi esagerati partigiani della teorica Bellezza si fondano su l'influenza, vera o supposta, della bellezza nella educazione del cuore e dello spirito; e per loro essa è scopo supremo in quanto la semplice bellezza della forma vien reputata capace di destare negli animi bellezza di sentimenti, cioè produrre effetti di raffinamento spirituale.

Ma la «Lega della Democrazia» ebbe breve vita. Il radicalismo era insidiato da due lati; dal fascino che conservava l'idea repubblicana verso la quale le delusioni amare che si ebbero dal passaggio del potere alla Sinistra storica risospingevano molti; e, dalla parte opposta, dalla conversione di molti tipiche quelle di Giosuè Carducci e di A. Fortis alla monarchia, reputata necessaria al consolidamento delle libert

Il generale voleva ad ogni costo mettersi nelle buone grazie... dell'Ascolana e frattanto, egli ci aveva fornito la stanza ed il letto, dove, in un momento di esaltazione ingovernabile, per noi si compì finalmente quella parte del rito coniugale, che è reputata la più dilettevole.

Ahi! misera madre, apri gli occhi e guarda con alcuno rimordimento quello che tu facesti; e vergógnati almeno, essendo reputata savia come tu se', d'avere avuta ne' falli tuoi falsa elezione! Deh! se tu da te non avevi tanto consiglio, perché non imitavi tu gli atti di quelle cittá, le quali ancora per le loro laudevoli opere son famose?

Se bella fia reputata, chi dubita che essa subitamente non abbia molti amadori, de' quali alcuno con la sua bellezza, altri con la sua nobiltá, e tale con maravigliose lusinghe, e chi con doni, e quale con piacevolezza infestissimamente combatterá il non stabile animo? E quel, che molti disiderano, malagevolmente da alcuno si difende.

E non sarebbe reputata grande stoltizia e pazzia se quelli, che è condannato a la morte e va a la giustizia, andasse cantando e ballando, mostrando segni d'allegrezza? Certo . In questa stoltizia stanno questi miseri, e tanto piú senza comparazione veruna, quanto essi ricevono, quegli pena finita, e costoro pena infinita, morendo in stato di danpnazione. E vanno cantando!

La qual cosa quasi miracolo da tutti i circustanti fu reputata. D'altissimo ingegno e di sottile invenzione fu similmente, come le sue opere troppo piú manifestano agl'intendenti che non potrebbono fare le mie lettere. Vaghissimo fu e d'onore e di pompa per avventura piú che alla sua inclita virtú non si sarebbe richiesto.

Era intra la turba de' giovinetti una figliuola del sopradetto Folco, il cui nome era Bice, comeché egli sempre dal suo primitivo, cioè Beatrice, la nominasse, la cui etá era forse d'otto anni, leggiadretta assai secondo la sua fanciullezza, e ne' suoi atti gentilesca e piacevole molto, con costumi e con parole assai piú gravi e modeste che il suo picciolo tempo non richiedea; e, oltre a questo, aveva le fattezze del viso dilicate molto e ottimamente disposte, e piene, oltre alla bellezza, di tanta onesta vaghezza, che quasi una angioletta era reputata da molti.

Forse fu il premio della costanza: Carlo di Angiò afferra la riva: allorquando il suo coraggio stette al cimento della morte, se qualcheduno gli avesse posto la mano sul cuore, non avrebbe sentito accelerare diminuire i suoi palpiti; alloraquando scomparsa tutta speranza di esterni sussidii l'anima fu ridotta all'alternativa di abbandonarsi vinta, o di sopravvivere, spiegò tal vigore, di cui ella non si sarebbe reputata capace se la occasione non fosse venuta. Carlo afferra la sponda, perocchè la galera forse di un miglio lontano da terra s'era sommersa tra Capo Linaro e Civitavecchia; ma travagliato, indebolito, in guisa che parve la vita essergli soltanto bastata per non morire nel mare. Il mattino vide quello uomo ambizioso, destinato a rovesciare il trono del gran Federigo, steso senza moto su la sabbia, irrigidito per tutte le membra, stillante acqua dai capelli, e dalle vesti; il più vile lo avrebbe potuto impunemente oltraggiare, il più codardo spegnere; un fiato, per quanto leggerissimo, estinguere quella scintilla vitale, che di per stessa guizzava incerta intorno alla sede delle sensazioni. Il sole, distillandogli per le vene il sottile suo fuoco, gli intepidiva il sangue, e richiamava i suoi spiriti all'usato ufficio; si levava a sedere come smemorato, e gittava gli occhi smarriti sul cumulo delle acque. Il cielo rideva sereno, il mare tranquillo, e che vedevi galleggiare, testimoni del suo terribile sdegno, tavole, remi, remiganti; pure lieto di un bello azzurro, lentamente scorrevole, come i passi del Signore, invitava con la lusinga del piacere ad affidarsi alla sua immensa superficie: così tenta il peccato! Sopra tutti gli avanzi della tempesta era osservabile Armando, lo sciagurato Maestro: giaceva supino, e quel suo ventre, gi

E in questo monumento lo scultore rappresentando, in piccole figure in rilievo, Cino in cattedra fra’ suoi scolari insegnante diritto civile, con gentile pensiero, a far compiuta la sua apoteosi, raffigurava da un lato una donna che, da alcuni creduta la poesia, da altri non senza ragione fu reputata Selvaggia; la ispiratrice, com’ei disse, della sua mente «a odiare il vile e seguir l’alto stato