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APOLLIONE. Amici, la forza del sangue è cosí grande che si fa conoscere da se stessa: io mi sento tutto il sangue commosso. NARTICOFORO. Ancor potrebbe esser vero quel che dice, e noi non cel crediamo. Questo acquista chi è uso a mentire: che dicendo il vero non gli è creduto. «Qui semel malus, semper praesumitur malus in eodem genere mali».

Del resto, la cucina italiana le gradiva moltissimo, e se ne parlava. Sospirava Napoli dove era stata parecchio tempo. A Naple semper trovate tante buone gente. Ma le pizze di Napoli la turbavano, al ricordo. Dio, come era volgare! Tutto è relativo; e poi a quel tempo non era di moda l'estetica.

Essi troveranno lui non avere avuto in fastidio, disputando nello areopago contro la ostinazione degli ateniesi, d'usare la testimonianza de' poeti; e in altra parte avere usato il testimonio di Menandro comico poeta, quando disse: «Corrumpunt mores bonos colloquia mala». E similmente, se io bene mi ricordo, egli allega un verso di Epimenide poeta, il quale attissimamente si potrebbe dire contro a questi sprezzatori de' poeti, quando dice: «Cretenses semper mendaces, malae bestiae, ventres pigri». E cosí colui, il quale fu rapito insino al terzo cielo, non estimò quello, che questi piú santi di lui vogliono, cioè esser peccato o abbominevole cosa aver letti e apparati i versi de' poeti.

Post merdulentas iubet illum pergere vaccas, sed gentilis eam reprobat natura facendam: non it post vaccas; at saepe venibat ad urbem, atque ad villani despectum praticat illam. Solis in occasum villae tamen ipse redibat, atque reportabat testam quandoque cruentam; magnanimus quoniam puer, ut solet esse per urbes, semper pugnorum guerris gaudebat inesse, sive bataiolis bastonum sive petrarum.

An sentit coelo, terrae baratroque patere iam caedes gladiosque suos? an contrahit omnem, quae sassinorum semper fuit arca, Cipadam, ut cives populumque meum gens illa trucidet? illa, inquam, gens nata urbem pro struggere nostram?

Semper ad postam gabiazza, rosso plena belletto, sedet ante portam, chiamat, invitat, pregat atque tirat mille famatos; mille descalzos petit ad cadregam, perque mantellum faciens carezzas, intus agraffat, quid habent monetae prima domandat. «Tu procul hinc absis, cui formam vendere cura est». TIB. Quis mihi credat quod avara stabit salda ad unius pagamenti bezzi?

Quanto meglio farai non dipartirti dal primo nostro rito e modi antiqui, e 'nvestigar in ciel qua' sian li obliqui, e qua' gli dritti segni, e piú alto i spirti che causan e' duo moti e tante fiamme scoperte a l'uomo nostro, che 'n la culla qui tieni avvolto come cosa nulla, cui rumper giá s'affretta Cloto il stamme! «Semper discentes et numquam ad scientiam veritatis pervenientes». PAUL.