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Poi ella abbassò la testa con grazia, perchè il faunetto impertinente potesse baciarla dietro l'una e l'altra orecchia, come aveva pensato fanciullo, come aveva desiderato più tardi, come aveva sognato sempre. Andiamo! disse Nicla, scuotendosi. E tenendosi per mano, s'avviarono.

Avevi di tratto in tratto idee così strane, che mi domandavo chi tu fossi e donde venissi. Mi sembravi un faunetto sbucato da una siepe, e pensavo a un quadro che avevo visto a Roma e mi aveva molto offesa qualche anno prima. L'avrò veduto anch'io, forse, mormorò Bruno. Forse, ripetè Nicla. Alla galleria Corsini.

Avevan lasciato in quel piccolo cuore un torbido ricordo, ed egli le rammentava troppo d'improvviso, per un gesto o per una parola. Nicla più d'una volta, nella dolcezza del suo idillio, n'era rimasta turbata sinistramente, quasi avesse visto passar nel caro bosco dei castagni, sotto la placida luce, un faunetto lascivo.

A mano a mano che Nicla e Brunello inoltravano, si spegnevano le voci del mondo, e alle loro spalle si chiudevano le dense cortine di fogliame, mosse dal brivido d'una brezza impercettibile che veniva dal lago. Ecco, disse Nicla. Qui in questa radura, mi sei parso un faunetto impertinente; e qui un'altra volta mi dicesti che volevi fare uccidere Duccio.

Ecco; tornava fanciullo; era il faunetto impertinente; pensava alla Croda grinzuta, al Re moro, alla bandierina con l'asinello, e voleva far uccidere Duccio che aveva offeso Nicla. Noi coglierem per te balsami arcani Cui lacrimâr le trasformate vite, E le perle che lunge a i duri umani Nudre Anfitrite.

Entrato, il visitatore non si raccapezza, non sa dove fermare l'occhio. Lo attrae subito la gigantesca testa del Garibaldi, attorno alla quale lo scultore spende, sempre incontentabile, i momenti che i lavori in corso gli lasciano liberi. Ma ecco, accanto, un Faunetto di piccole dimensioni che sembra un bronzo antico, uscito assai maltrattato dallo scavo. Non è un bronzo, ma un abbozzo in plastichina, abbandonato da un pezzo; la mano sinistra gli è cascata; sul braccio destro serpeggia uno spacco; la polvere ha sparso su tutta la figura la strana p

Nel Faunetto infatti c'è l'incoscenza, la delizia di vivere, il rigoglio fresco e puro dell'organismo, il serpeggiamento quasi vegetale della forma non ancora mortificata dall'uso.

Ti voglio bene ancora, ti voglio bene sempre lo rassicurò Nicla, ma oggi non sei stato savio, e torniamo a casa più presto. Egli non protestò, accettando la punizione; ma Nicla fu stupita che non chiedesse perchè lo puniva. Il piccolo sapeva, aveva compreso. Donde veniva il faunetto? Quale strana perfida esistenza aveva avuto lui per testimonio?