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Tra le classi dirigenti il malumore serpeggia e si accresce con prodigiosa rapidit

Negli uomini che hanno avuto mano in tutti i rivolgimenti politici da trent'anni in qua, non hanno più fede; anche nel popolo minuto serpeggia un sentimento di sconforto, del quale s'intende l'espressione ad ogni tratto e in ogni lato: Pobre España! Desgraciado pais! Desdichados españoles!

Per la strada che su e giù serpeggia fra colline boscose, roccioni e montagne formiamo uno strano treno impazzito in fiamme, che disprezzò i binari e i tunnel per sfrenato amore d'ogni bella curva italiana. Siamo anche divenuti una fantastica macchina dell'anno 3000 composta d'un serpeggiante tubo mostruoso, forato da mille bocche fumanti e corrente sopra la sua infinita orologeria di ruote.

Voi dovete AGIRE: levarvi contro la ciurmaglia accozzata dal rifiuto dei paesi stranieri e sperderla. Una accusa serpeggia perchè celarvelo? a vostro danno in Europa, e ha trovato sovente espressione nelle gazzette inglesi e francesi.

In Napoli l'anemia serpeggia un po' da per tutto: ora pensate a queste povere ragazze che fanno una vita sedentaria, in un laboratorio, coi lumi a gas d'inverno; pensate a queste giovanette elegantemente vestite che a casa loro dormono in un miserabile sottoscala, senza luce; pensate alle privazioni, alla mancanza dell'aria, del sole, alla mancanza del cibo sano, della carne che costa troppo, e vi spiegherete la mancanza dei globuli rossi.

Mi sono introdotto fra i ricchi proprietarj, perchè son quelli che han sotto mano la povera gente e dirigono le opinioni di tutti. Non mi fu dunque difficile di comprendere che quello stesso, malcontento che serpeggia per Milano, si fa sentire anche qui. Vi dirò anzi che da questi uomini del lago, quantunque sieno, senza confronto, i meno maltrattati di tutti, pure si attende con impazienza che Milano accenni a qualche cosa ed alzi la cresta, e per quel resto di rancore che tanto quanto sussiste ancora tra chi sta al monte e chi vive al piano, si sostiene che se tutta la Lombardia è in gran travaglio da qualche anno, è appunto per la fiacchezza e la vilt

Non prati, non ovili, Ma solamente burroni scoscesi Fra cui serpeggia e luccica Al sol d'un'acqua povera la striscia: Intorno alto il silenzio Scende nel lento scendere del giorno.

Entrato, il visitatore non si raccapezza, non sa dove fermare l'occhio. Lo attrae subito la gigantesca testa del Garibaldi, attorno alla quale lo scultore spende, sempre incontentabile, i momenti che i lavori in corso gli lasciano liberi. Ma ecco, accanto, un Faunetto di piccole dimensioni che sembra un bronzo antico, uscito assai maltrattato dallo scavo. Non è un bronzo, ma un abbozzo in plastichina, abbandonato da un pezzo; la mano sinistra gli è cascata; sul braccio destro serpeggia uno spacco; la polvere ha sparso su tutta la figura la strana p

È sera. In fondo alla scena, comincia il bosco. I rami delle querce si confondono e, di lontano, paiono formare come una gran muraglia il cui orlo frastagliato si disegna sull'azzurro scuro e vaporoso del cielo. Verso la sinistra del bosco, un sentieruolo tortuoso sale e serpeggia tra l'erba selvatica. Più in qua, dallo stesso lato, si perde, tra gli alberi, il cortiletto quasi elegante d'un villino bianco, di cui non s'intravede che la facciata posteriore, senza finestre. Dirimpetto, a destra, un altro villino, più in vista, con la porta chiusa. Qua e l

Allora, tutti si accorgeranno che sotto la nostra epidermide non serpeggia il bruno, ma che vi splende il giallo, che il rosso vi fiammeggia, e che il verde, l'azzurro e il violetto vi danzano, voluttuosi e carezzevoli! Come si può ancora veder roseo un volto umano, mentre la nostra vita si è innegabilmente sdoppiata nel nottambulismo?