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Le ville Corsini, Panfili, ed altre, situate sui vertici di quelle dominanti colline, presentavano una difesa imponente, coi loro solidi edifizi, coi recinti delle loro mura, ed i superbi secolari boschi che le adornano.

Allorchè il pro' Daverio tentando un disperato assalto alla villa Corsini con una mano di eroi, rimase spento a mezzo del viale con una palla in mezzo del petto, cadde l'animo un'altra volta ai soldati, e sgomentatisi si volsero con frettolosi passi verso la porta San Pancrazio, la quale cosa notata dal Garibaldi via precorrendo si pose fra la porta, ed i fuggenti a cui quando furono vicini favellò con parole vibrate: «voi avete sbagliato strada; non è per di qua, che si va a combattere il nemico.» A mo', che la lampada per olio nuovamente infuso si ravviva, per coteste parole ripresero ardire i soldati, e quantunque laceri, e stanchi tornarono a perigliarsi nella lotta mortale.

Della opposizione del Guerrazzi mi piacque la parte con la quale eccitava perpetuamente alle armi; cosa in cui questi benedetti moderati patiscono sempre del restìo. Egli propose la condotta del Generale Garibaldi al signor Neri Corsini, ma questo buon signore con un letterone lungo lungo com'egli sapeva farne affogò la proposta sotto un'acquazzone di parole. Tale merito non misero con gli altri nel decreto, che mandò il Corsini in Santa Croce, ma ce lo metto io. Vi giuro da galantuomo, che se io non ero gi

Un mese dopo, quel giovine pensoso doveva cader ferito alla Villa Corsini, e non morire nemmeno sul campo di battaglia, ma sul letto di un ospedale, tra gli spasimi della gangrena, e le palle di cannone ch'entravano per le finestre a turbar l'agonia del Tirteo genovese.

Si rinnuova il caso di Eurialo e Niso nel Bronzetti tenente, il quale sapendo il suo soldato di servizio giacersi morto presso la villa Corsini caduta in potest

Due grandi e magnifiche feste furono pure date la sera del 9 corrente, per le stesse faustissime circostanze, come dicevano i nobili anfitrioni, da S. E. il conte di Lebtzeltrn, inviato straordinario e ministro plenipotenziario a Napoli di S. M. l'Imperatore d'Austria; l'altra da S. E. il Principe Corsini.

Angelo Bassini, s'avventava con un pugno de' suoi, contro Villa Corsini e ne tornava pesto e insanguinato. Dalla Longa, milanese, raccolto sulle spalle il caporale Fiorani mortogli al fianco mentre ritraevasi col caro peso, una palla lo trapassò e cadde in un fascio col suo carico. Emilio Dandolo, errava per tutto il campo in cerca delle spoglie dell'amato fratello e fu ferito mortalmente.

Poi Aurelia consigliava ci andassero tutte due ed offrivasi di accompagnare le amiche al Palazzo Corsini; "Andremo dunque" diceva Silvia finalmente risoluta. In mezz'ora eran le donne pronte, ed incamminate verso l'eccelsa dimora del delitto.

Questi non temette l'attacco, e da quell'istante intorno a Villa Corsini, per le aiuole e i prati del parco Pamfili, dietro ogni muro e ogni siepe, s'impegnò una lotta corpo a corpo, petto a petto, palmo a palmo, a vita ed a morte.

Chi può dire, degli eroici episodi di questa immortale giornata? Come ricordare alla patria i nomi dei caduti per essa? Il Masina, ferito al primo assalto, fasciata in fretta la piaga si slanciava a cavallo su pei gradini di Villa Corsini, e avvolto dai nemici roteando il ferro terribile, squarciato il petto da una palla cadeva fulminato.