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Ogni rappresentazione del teatro Emiliani termina o con un ballo, o con una pantomima, o con quadri viventi, come la morte di Abele, Ahasvero o l'Ebreo errante, Virginia Romana, Salvator Rosa fra i briganti, o altre simili scene.

Sapevamo che in questo teatro Emiliani si rappresentavano anche di tanto in tanto tragedie, e non ci siamo voluti privare del piacere di assistere alla recita della più commovente, forse, fra le tragedie italiane, la Francesca da Rimini. Il famoso episodio dantesco non ha ispirato soltanto pittori, ma anche poeti, molti dei quali tentarono portarlo sulle scene, quantunque poco si presti all'effetto drammatico. Byron stesso dice nei suoi diarii di aver pensato a prendere la Francesca da Rimini ad argomento di una tragedia. E' un peccato che non lo abbia fatto, perchè, quando anche non avesse prodotto opera adatta ad essere rappresentata, era tal poeta da scrivere cosa stupenda. La grande semplicit

Però, raccolse dalle mani d'un agente di polizia un documento storico al quale l'impostore aveva apposto il mio nome, e lo inserì, pur sapendolo opera di falsario, nel Monitore. Il 20 ottobre 1832 un Emiliani era stato assalito sulla strada e ferito non mortalmente in Rodez, dipartimento delle Aveyron, da parecchi esuli italiani.

Ma nel giugno 1833 comparve, come dissi, nel Monitore una Sentenza pronunziata da un Tribunale Segreto che condannava Emiliani e Lazzareschi a morte, altri a diverse pene, col nome mio e quello di La Cecilia come Preside e Segretario del Tribunale. L'artificio era grossolano. Le date non corrispondevano alla possibile realt

«Il Giornale dell'Aveyron nel suo numero del 27 ottobre, parlando del triste fatto accaduto recentemente in Rodez e nel quale un Emiliani, antico stalliere del Duca di Modena, fu ferito, s'esprime così: «Le informazioni raccolte dal Prefetto lo conducono a credere che gli assalitori italiani dello sventurato Emiliani non sono che strumenti dei quali si giovano i capi del Partito detto della Giovine Italia per liberarsi di quei fra i loro compatrioti che non vogliono sottomettersi ai loro Statuti

Ecco, la memoria precisa del fatto rinasceva adesso in Paolo d'avanti all'effigie del cugino, nell'ora prossima al raggiungimento "finale" del suo Scopo, con una singolare evidenza di particolari: Egli rivedeva l'onda dei colli Emiliani, sotto il sole formidabile: una pallida successione di dossetti brulli, senz'alberi, segnati a lunghi intervalli dalle cupe macchie degli arbusti spinosi.

«Io non ispenderò tempo a notare tutte le contradizioni che abbondano in quella esposizione, lavoro perfido e assurdo, nel quale ogni cosa è falsa dalla data della mia proscrizione ch'ebbe luogo nell'agosto, e non dopo il novembre 1832, fino a quella della pretesa sentenza attribuita a Marsiglia, mentre è citata nell'atto stesso una lettera indirizzata da Marsiglia a non so qual punto: dall'asserzione che pone a risultato dei procedimenti, iniziati in ottobre contro i supposti autori delle prime ferite inflitte a Emiliani cinque anni di reclusione, mentre quei procedimenti furono conchiusi da una assoluzione senza restrizioni fino alla comunicazione della sentenza che il Ministero dichiara fattagli nel gennajo 1833, mentre l'istruzione cominciata in ottobre, e proseguita oltre il gennaio, non ne fa cenno.

Andiamo invece al teatro popolare Emiliani, l'infimo tra tutti quelli di prosa. La compagnia drammatica Emiliani, non meno che i burattini di piazza Montanara, ha posto le sue tende in localit

Si può assistere al teatro Emiliani anche alla Medea in dialetto romanesco, od a Didone abbandonata, in cui Enea, come fondatore favoloso di Roma, lusinga il popolo coi ricordi eroici. Di ciò basti, ma perchè il lettore possa farsi un'idea del dialetto trasteverino, do qui il principio del cartellone del teatro: TEATRO EMILIANI in Piazza Navona