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Si può assistere al teatro Emiliani anche alla Medea in dialetto romanesco, od a Didone abbandonata, in cui Enea, come fondatore favoloso di Roma, lusinga il popolo coi ricordi eroici. Di ciò basti, ma perchè il lettore possa farsi un'idea del dialetto trasteverino, do qui il principio del cartellone del teatro: TEATRO EMILIANI in Piazza Navona

Dopo la Saffo, che segna il principio della così detta seconda epoca del Pacini, le migliori opere di lui furono: La fidanzata Corsa, acclamatissima al San Carlo di Napoli, il Lorenzino de' Medici, la Medea, Maria Regina d'Inghilterra, il Buondelmonte e la Regina di Cipro. A mio giudizio il Lorenzino de' Medici, la Medea e il Buondelmonte primeggiano sull'altre. Nell'opere che il Pacini scrisse dippoi, notasi una deplorevole decadenza di fantasia e di stile. Il Saltimbanco, l'Allan Cameron e gli ultimi spartiti apparsi alla Fenice di Venezia ed al San Carlo di Napoli, portano una impronta febbrile, e sembrano accusare il convulso anelito di un ingegno gi

Di qui sono le bevande di Circe, di Medea e di Canidia, tutte quelle cose amatorie di Simeta, narrate da Teocrito Siculo, seguitato da Marone.

Ivi con segni e con parole ornate Isifile ingannò, la giovinetta che prima avea tutte l’altre ingannate. Lasciolla quivi, gravida, soletta; tal colpa a tal martiro lui condanna; e anche di Medea si fa vendetta. Con lui sen va chi da tal parte inganna; e questo basti de la prima valle sapere e di color che ’n assanna».

Un chiaro di luna, a quell'uomo che aveva sete del sole dei Tropici! L'innocenza di Vitaliana non fu dunque per lui un'antitesi, ma una deluizione. Psiche faceva comprendere Medea. Ebe sottolineava Arianna. Questa politica di femmina riescì. Il signor di Balbek amò sua moglie come una giovane sorella, e la trovò scipita.

La spedizione degli argonauti e piú ancora quella contro de' troiani furono «avventure», pigliando anche il vocabolo in tutta l'estensione del suo significato. Medea ed Elena, l'una sciogliendo, l'altra intricando il nodo degli accidenti, sono da paragonarsi in certa qual maniera alle dame de' poemi cavallereschi.

Giasone dell'amor d'Isifile in brieve tempo saltò in quel di Medea, e, lei abbandonata, poi si rivolse a Creusa. Le quali inconvenienze e disordinati appetiti, assai bene convenirsi la leggerezza di questa bestia co' miseri libidinosi dimostrano.

Ivi con segni e con parole ornate Isifile ingannò, la giovinetta che prima avea tutte l’altre ingannate. Lasciolla quivi, gravida, soletta; tal colpa a tal martiro lui condanna; e anche di Medea si fa vendetta. Con lui sen va chi da tal parte inganna; e questo basti de la prima valle sapere e di color che ’n assanna».

Ivi con segni e con parole ornate Isifile inganno`, la giovinetta che prima avea tutte l'altre ingannate. Lasciolla quivi, gravida, soletta; tal colpa a tal martiro lui condanna; e anche di Medea si fa vendetta. Con lui sen va chi da tal parte inganna: e questo basti de la prima valle sapere e di color che 'n se' assanna>>.

V'è, fra gli altri, un passo della Medea del Seneca, che dice: Venient annis sæcula seris, quibus oceanus vincula rerum laxet, et ingens Pateat tellus. E nel volume del Seneca, che si trova pure nella biblioteca Colombina, accanto al passo citato, v'è una annotazione del figlio Ferdinando, che dice: Questa profezia è stata avverata da mio padre, l'ammiraglio Cristoforo Colombo, l'anno 1492.