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S’indovinava estesa di molte leghe; si vedeva tutta sparsa d’alberi come un giardino, ed era, come un giardino, tutta fresca e ridente, sebbene non offrisse allo sguardo che le silvestri bellezze di una incolta natura.

Tre ordini di gradini e tre ordini di logge accolsero gli spettatori: nei gradi a mezzodí le dame; di fronte a loro il cardinal legato Capponi e i magistrati; a destra e a sinistra i cavalieri. Nella scena dell’azione s’ergeva un tempio dorico circondato d’alberi; nell’alto, al principio, s’aprí una nube e apparve Giove in mezzo agli dei; e a lui Venere, con a lato il figliuolo cui accennava, chiese licenza di scendere in terra per soccorso e consiglio delle misere donne. Giove, manco a dirlo, assentí, e la nuvola si rinchiuse. Ed ecco uscire dal tempio un coro di sacerdoti, i quali si disponevano a sacrificare alla dea un leone un capro e un drago, quando a suono d’una musica dolce che

Si stringevano intorno a lei, i fanciulli convalescenti (ma non guariti) dell’inguaribile malattia per la quale padre e madre si vorrebbero (ma non si possono) maledire: per la quale gli zelatori della selezione umana imporrebbero, nel nome della salute pubblica, una mortale iniezione di morfina: i frutti d’alberi marci, destinati alla piaga purulenta, alla cecit

«Immensi saloni, dalle pareti coperte di specchi dall’alto in basso, erano mascherati da alberi, testè divelti dalla terra, e tutti pieni di frutte. Gli spazî tra il fogliame e gli specchi facevano credere ad un altro mondo che passasse dall’altro lato della strada: la illusione era completa. Si facevano balli inglesi sotto viali di pergolati, dai quali pendevano grappoli d’uva matura e squisita; contraddanze francesi in quadrati d’alberi, e tutt’intorno ad una ricca vasca, donde zampillava un bel getto d’acqua che faceva dei giuochi. In fondo, nell’ultimo salone, vedevasi una graziosissima collina, anch’essa imboschita, e nel mezzo un sentiero, conducente alla sommit

Adesso, mentre scrivo e ti attendo, una chiara notte s’è alzata nel cielo che non piove più. Dai giardini della Zurriola sale ad intervalli un odore voluttuoso d’alberi stillanti. L’Urumea porta nel mare, con la sua lenta ondata grigia, le foglie che l’autunno fa cadere giù...

Il viaggiatore non distolse gli occhi da quella casa diletta che all’ultima svolta lontana della strada, e vide ancora un fazzoletto bianco che sventolava fra quel gruppo d’alberi, dove aveva lasciato il suo cuore. Rientrò all’albergo di Brianza raccontando le meraviglie vedute nelle sue gite agricole, nominò tutti i paesi, meno quello dove aveva soggiornato, e partì per Milano carico di sementi. Di l

Il torrente rompeva alla casa come alla pila di un ponte e l’assaliva con travi e tronchi d’alberi a colpi d’ariete che la scotevano dalle fondamenta.