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Nella sala regnava un silenzio profondo. Di fuori la pioggia aveva cessato: sordamente un ultimo romore di tuono si perdeva nella lontananza e qualche pallido lampeggiamento rompeva ancora a lunghi intervalli le nubi cinerognole, che sfumavano lente sull'orizzonte di l

Stette un istante inerte ad ascoltare il bisbiglio dell'acqua che rompeva tra i sassi e che nel silenzio vasto della valle pareva raccontare le sommesse storie della sua grotta oscura e meravigliosa, e avrebbe dovuto poi tornare sopra i suoi passi, se una forza non meno irresistibile di quella che trascina le nuvole nel cielo, non l'avesse condotta a proseguire oltre il boschetto, verso le capanne nere, che dormivano nell'ombra, o piuttosto verso la ragione della sua tristezza.

Nessuno la disturbava; il sole riempiva di luce e di caldo la camera, ma Paolina non vedeva altra che buio; lo stormire degli alberi, il bisbiglio delle passere, la voce della serva che di tratto in tratto, al piano disotto, rompeva il silenzio, nulla giungeva agli orecchi di Paolina, assorta nei suo dolore di donna tradita.

Lo spirito di chiesa si risvegliò d’un tratto in quella gente abbrutita per tanti anni nel culto cieco e feroce del suo unico idolo. Le parole del fanatico di bocca in bocca si propagarono. E sotto il rossore tragico del crepuscolo, la moltitudine tumultuante aveva apparenza d’una tribù di zingari ammutinati. Il nome del santo rompeva da tutte le gole, come un grido di guerra.

E per vendicarsene si ricattava sui pochi, e distribuiva loro la sua merce a gran risparmio, calcava la penna sui prezzi e rompeva loro continuamente le scatole, perchè comprassero delle bottiglie di cui non avevano bisogno.

Giunse a B.... a mezza via tra Torino ed Alba, che rompeva l'aurora; e ai coloni che gi

, , capisco. Ma ognuno ha la sua parte e nessuno può cambiarla. Negli ultimi tempi non andavo più nemmeno a messa; egli veniva a casa a qualunque ora, in quello stato, e se non c'ero io rompeva ogni cosa, bestemmiando, che se ne andava tutto il frutto della messa. Il signor curato lo sapeva e diceva che facevo bene. Finalmente, quando fu la sua ora, si sentì male davvero.

A Giulio Cesare faceva paura la gente cupa, taciturna: a Matteo Cantasirena faceva paura la gente che sapeva ridere. Alla polemica, all'attacco violento di un giornale serio, rispondeva, o se ne infischiava: la caricatura, a volte profondamente atroce, che faceva rider tutti per una settimana, gli rompeva le scatole. Paolo Jona, borbottò.

Più volte in uno stesso giorno la porta di quella camera si apriva lentamente, un'altra ombra colossale chiudeva il vano, stava un istante immobile, poi si accostava al letto sulla punta dei piedi, un bisbiglio sommesso rompeva quell'aria muta; allora Leonardo sospirava dal suo letto per farsi intendere; non gli si rispondeva: l'ombra si muoveva poco dopo, la porta cigolava un'altra volta Agenore se n'andava com'era venuto.

Quel silenzio pareva stupore degli uomini e della natura: e lo rompeva a tratti qualche squillo di tromba, come voce mandata da qualche genio guerriero a significare al più destro dei due capitani, quali fossero i luoghi più acconci all'offendere, alle difese, a guadagnar la giornata.